Toscana, da Ue oltre 319 milioni contro divario di genere

233 milioni per i servizi all'infanzia

NOV 22, 2022 -

Firenze, 22 nov. (askanews) – Da anello debole del mercato del lavoro a fattore di crescita, autoaffermazione arricchimento dell’economia e e della società. E’ questo l’obiettivo delle politiche che la Regione Toscana mette in campo per rafforzare la presenza delle donne sul lavoro e in tutti gli ambiti della società, a sostegno della parità e della diffusione di una cultura di genere. Un obiettivo ambizioso che può contare, per i prossimi sette anni, su un prezioso alleato: l’Europa. Se n’è parlato oggi, nel corso dell’incontro di Palazzo Strozzi Sacrati, in Sala Pegaso, “L’Europa per le donne”, uno dei tasselli principali nell’ambito della cinque giorni organizzata dalla Regione “La Toscana delle donne”. A fare la parte del leone, fra gli strumenti di cui la Regione dispone per le sue politiche a sostegno delle donne, è il Fondo sociale europeo: per il periodo 2021-27 il programma regionale Fse prevede, per la Toscana, 319 milioni e 400 mila euro per interventi di sostegno alle politiche pubbliche finalizzate alla parità di genere (conciliazione vita-lavoro, servizi infanzia, anziani, disabili ecc). Di questi, 277 milioni finanzieranno gli interventi specifici per la parità di genere (36 milioni), servizi per l’infanzia (233 milioni) e altri interventi per la conciliazione vita-lavoro (44 milioni). Altri 6,4 milioni saranno dedicati ai percorsi di reinserimento socio-lavorativo delle donne vittime di violenza. Dei 36 milioni destinati agli interventi per la parità di genere, ovvero specificamente pensati per le donne, vi sono incentivi per azioni innovative a sostegno del welfare aziendale (15 milioni), incentivi e percorsi di sostegno all’occupazione femminile (11 milioni), incentivi ad azioni di mainstreaming (9,3 milioni) e di mentoring (700mila euro). Se l’Fse costituisce la principale leva finanziaria e programmatica, la Toscana può contare anche su altri strumenti a favore delle donne: dal Piano di sviluppo rurale al Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) per arrivare al Programma Italia Francia Marittimo. In questi programmi, pur non essendo previste misure o bandi specifici, è forte l’attenzione posta alla specificità e al ruolo delle donne.