“Donne controcorrente”, Barnini racconta la leadership femminile

In aziende con almeno 15% donne al vertice utili più alti del 15%

APR 7, 2021 -

Roma, 7 apr. (askanews) – Per valorizzare il capitale femminile è necessario ribaltare il modo di pensare attuale, l’ideologia mainstream, ma il cambiamento è un processo che implica dispendio energetico, è faticoso, impegnativo, costringe a uscire dalla propria zona di comfort. E’ per questo che le rivoluzioni culturali sono in genere lente e faticose. Sì propone di contribuire al ‘cambio di mentalità’ l’ultimo libro del giornalista Claudio Barnini “Donne Controcorrente – cronache di leadership al femminile”, in cui l’autore esplora con garbo e rispetto il mondo di donne che ce l’hanno fatta ma non smettono di avere aspirazioni e obiettivi.

“Quello che è emerso in maniera prepotente è stato un forte ‘spirito di corpo’ e di servizio di queste donne nei confronti delle altre e la consapevolezza di avere una responsabilità, quella di far sì che le quote rosa diventino un retaggio del passato e le donne siano scelte unicamente per i loro meriti.

“E’ un inno alla parità di genere, quella Gender Equity che intende parità di trattamento di uomini e donne in tutte le sfere sociali, un diritto fondamentale tanto da essere sancito dalla Dichiarazione Universale dell’ONU ad essere in cima alla lista degli obiettivi dell’Unione Europea” sottolinea Barnini “Le pari opportunità sono lo smarcamento dalla mentalità rigidamente patriarcale e l’uguaglianza su indicatori come lavoro, salario, istruzione, potere, benessere, violenza ed altre disuguaglianza che possano portare a forme di discriminazione o esclusione”.

Raccontano con generosità le loro esperienze lavorative e di vita Francesca Patellani e Raffaella Temporiti (Accenture), Sabrina Corbo (Green Network), Barbara Pepponi e Laura Roscioni (Groupama Assicurazioni), Carola Salvato (Havas Life Italy), Michela Battistini e Paola Zogno (INCICO), Germana Giorgini (Manifatture Sigaro Toscano), Giuliana Bianchini (Mediaset), Cinzia Farisé (Prysmian Group), Paola Guerra (Scuola Internazionale Etica & Sicurezza), Manuela D’Onofrio (UniCredit).

Grazie a loro e alle aziende che rappresentano è stato possibile ospitare anche delle ‘testimonial’ d’eccezione: Lilia Alberghina (Università Bicocca), Chiara Cocchiara (Eumetsat), Francesca Pasinelli (Fondazione Telethon), Mara Tanelli (Politecnico di Milano), Giulia Veronesi (Irccs San Raffaele).

“Quello che è certo, dati alla mano è che le donne sono un valore, un patrimonio, una commodity”, ricorda Barnini: “Le aziende che hanno almeno il 15% di donne sedute ai vertici dei consigli di amministrazione producono utili più alti del 15,3%. La presenza delle donne nei team ha effetti positivi nell’andamento delle aziende: crea un clima aziendale caratterizzato da benessere, potenzia il business, introduce soft skills come capacità di comunicazione ed empatia. Porta creatività e pensiero laterale”.

“Le nostre indagini hanno evidenziato nel tempo con chiarezza come la società sia di fatto più avanti delle istituzioni e della politica”, ha sottolineato Gian Maria Fara, Presidente di Eurispes: “Con qualche eccezione, l’organizzazione familiare appare abbastanza pronta a favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro per le donne. Quel che manca troppo spesso sono politiche a sostegno ed una coerente mobilitazione in questo senso del mondo del lavoro. Benché gli uomini italiani siano sempre più abituati a dividere con le donne il carico di lavoro domestico e, ancora più, a prendersi cura dei figli, con grande naturalezza, le donne continuano a farsi carico di pesi maggiori, affrontando sacrifici per colmare le carenze strutturali del Paese. L’Eurispes le definì nei primi anni del 2000 le ‘acrobate, perennemente in bilico tra lavoro e cura familiare”.