Fase 2, nel Lazio via a protocollo “Ripartenza” con Artemisia Lab

In collaborazione con altri centri ricerca e Università Tor Vergata

MAG 7, 2020 -

Roma, 7 mag. (askanews) – «Per le aziende rappresenta un punto di partenza importante per riprende in sicurezza l’attività ed evitare che si possa rimettere in moto la spirale dei contagi». A spiegare a Spraynews il protocollo “Ripartenza. Per guardare al futuro con serenità”, ideato da Artemisia Lab in collaborazione con altri centri di ricerca e con l’Università degli Studi di Tor Vergata, è Giancarlo Ferretti, per venti anni responsabile di tutta la componente infettivologica del centro trapianti del Policlino Umberto I. Il professore aveva compiti di valutazione pre trapianto dei pazienti e la gestione delle infezioni nella fase post trapianto oltre ad essere membro permanente delle commissioni per immissione in lista di trapianto per fegato, rene, rene-pancreas e polmone. «Un lavoro impegnativo e entusiasmante che ci ha permesso di ridare speranze e un sorriso da tantissime persone» ci spiega. Oggi, che è andato in pensione, Ferretti presta le sua competenze professionali presso i Centri Artemisia. Ed è stato chiamato ad far parte del team che gestirà “Ripartenza”, il Protocollo che avrà anche il supporto di una piattaforma tecnologica e di un software per smartphone o tablet che permetterà di monitorare i lavoratori.

L’iniziativa, spiega, «nasce dall’esigenza di offrire alle aziende e ai professionisti gli strumenti per monitorare e prevenire la diffusione del virus prima del ritorno in azienda e durante l’attività lavorativa. Attraverso lo screening sierologico e la rilevazione della temperatura corporea si potranno individuare in modo predittivo i lavoratori da sottoporre ad ulteriori accertamenti, evitando il contagio nelle attività lavorative. La nostra interfaccia in azienda è il medico competente. Sarà lui – sulla base di alcuni parametri fisici e biochimici evidenziati con il supporto di un software web e un’applicazione per telefoni cellulari – ove, sospettasse una infezione da Covid-19 ad indirizzare il lavoratore presso i Centri Artemisia presenti sul territorio di Roma. Debbo dire che in questo protocollo sono state messe assieme le migliori competenze sia in campo medico scientifico che nel capo dell’high tech».

(Segue)