Ismu: 2.681 migranti morti nel Mediterraneo da inizio 2017

Dal 2014 hanno perso la vita oltre 15mila persone

OTT 2, 2017 -

Milano, 2 ott. (askanews) – Dall’inizio del 2017 nel Mediterraneo sono morti 2.681 migranti, un numero che sale a 15mila se si considerano gli ultimi tre anni, dal 2014 a oggi. Sono questi i numeri drammatici diffusi dall’Ismu in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione istituita per commemorare la tragedia del 3 ottobre 2013, quando al largo dell’isola di Lampedusa 368 migranti persero la vita in uno dei più tragici naufragi avvenuti nel Mediterraneo dall’inizio delle ondate migratorie di questi ultimi anni.

Il 2017 sta registrando un considerevole numero di decessi (nel 93,3% dei casi avvenuti sulla rotta migratoria verso l’Italia) con oltre 2.600 morti e dispersi tra il primo gennaio e il 29 settembre. Nel corso dei mesi estivi, con l’intensificarsi degli arrivi in Spagna, sono aumentate anche le vittime sulla rotta occidentale, che alla stessa data rappresentano il 4,9% di tutti i decessi nel Mediterraneo.

Già nel 2014 l’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) aveva definito la traversata del Mar Mediterraneo la “strada più mortale del mondo”. Da allora le stragi in mare sono continuate e hanno raggiunto la cifra più alta nell’anno 2016 con oltre 5mila tra morti e dispersi. Il 2016 è l’anno in cui gli arrivi di migranti via mare in Europa sono calati considerevolmente in particolare sulla rotta del Mediterraneo orientale che dalla Turchia porta sulle isole greche, mentre la traversata dal Nord Africa verso l’Italia è tornata ad essere il principale approdo europeo per i migranti in fuga da conflitti, carestie, soprusi, instabilità politica ed economica. Tale traversata è particolarmente pericolosa: i più gravi incidenti hanno infatti riguardato la rotta del Mediterraneo centrale che dalla Libia -e dal Nord Africa più in generale – porta in Italia. Nel 2015 sul totale dei morti e dispersi, il 77% ha riguardato tale rotta e l’anno successivo il 90%.