Roma, 30 nov. (askanews) – La bella notizia è che oggi non si muore di AIDS. Questa malattia, che negli anni ’80 era quasi invariabilmente letale, grazie alla ricerca di base e alla clinica ha cambiato completamente volto. La storia delle terapie antiretrovirali (ART) è stata una storia di successo della medicina come poche altre, ma non tutti i problemi sono risolti. L’infezione si cura ma non si guarisce, e si prevede che nel 2030 oltre l’80% delle persone con HIV più anziane avrà almeno una patologia cronico-degenerativa, rispetto al 19% delle persone HIV-negative ed un quarto di esse avrà tre o più patologie.
“I vari eventi in programma nel nostro Istituto – sottolinea Marta Branca, direttore generale dell’INMI Spallanzani – sono tutti per ribadire la centralità della persona, il suo benessere e delle persone vicine. Molto è stato fatto ma c’è ancora da lavorare per un informazione capillare e di qualità”.
Il 1 dicembre alla “stanza 13” dello Spallanzani test rapidi dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.00.
Presentato lo spot curato da Anlaids e girato allo Spallanzani “Svegliati e fai il test” per ribadire l’importanza della diagnosi precoce grazie ad un test anonimo, rapido e gratuito.
A seguire due tavole rotonde sul tema della sieropositività e gli aspetti medico-assistenziali ed umanitari oggi e nel futuro per l’HIV. Alle 17 la rappresentazione artistico interattiva a cura di Luciano Parisi, Caro amico ti scrivo.
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive, “L. Spallanzani” rappresenta uno dei maggiori centri clinici in Europa per la diagnosi e la cura dell’Infezione da HIV/AIDS. Vi sono assistite circa 7000 persone con infezione da HIV, di cui oltre 6.500 in trattamento antiretrovirale, e ogni anno sono circa 800 i ricoveri in degenza ordinaria per malati affetti da HIV/AIDS mentre oltre 30.000 sono gli accessi ambulatoriali e di Day service per pazienti sieropositivi.
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