Roma, 12 mag. (askanews) – La sinistra ha bisogno di “un nuovo programma fondamentale, non di un nuovo programma elettorale”: lo dice ai cronisti Gianni Cuperlo, esponente della minoranza del Partito democratico, arrivando in mattinata all’assemblea “Restart” convocata a Roma da Articolo 1-Mdp. La prospettiva di una ricostruzione della sinistra appare quanto mai remota, nel momento in cui, come dice il coordinatore di Mdp nella sua relazione introduttiva, pare prendere forma un governo “con lo sguardo rivolto a destra come mai si era visto finora”. Uno scenario che Speranza giudica “non inevitabile”, guardando alle mosse di un Pd che giudica “irresponsabile” e che a suo giudizio avrebbe dovuto evitare “la saldatura” fra Lega e M5S assumendosi le sue responsabilità e invece ha giocato “sulla pelle del Paese”.
Speranza ragiona con “un noi largo”, in ottica di centrosinistra, quando dice “siamo scomparsi fra i ceti popolari”, e sottolinea il “nuovo bipolarismo senza sinistra”, cioè fra centrodestra e M5S, emerso ad esempio nelle elezioni regionali del Molise. Per il “Restart”, cioè per ripartire, come madre lingua vorrebbe, Speranza propone di fare “una nuova lettura critica della globalizzazione” e di “ripensare l’attuale impianto europeo”. Per il coordinatore di Mdp nessuna delle forze attualmente in campo ha la forza per dare una risposta: ma in particolare, avverte, “non vedo ad oggi nessuna maturità o consapevolezza nel Pd”, che ha “una responsabilità storica” negli assetti di governo che si vanno delinenando con il patto Salvini-Di Maio.
Speranza però parla anche ai suoi: chiede scusa agli elettori per la modesta capacità politica dimostrata nel dopo elezioni e propone l’avvio di “un percorso costituente” a partire dall’assemblea nazionale di Liberi e Uguali, la lista che ha visto la presentazione di Mdp alle urne insieme a Sinistra italiana e Possibile. Se però il “nuovo soggetto politico” tarda a nascere “faremo partire entro l’estate il congresso di Articolo 1 Mdp”, avverte l’ex delfino di Pier Luigi Bersani, oggi silente, come Massimo D’Alema, in assemblea. “E’ ora che ciascuno con le sue sigle, chiunque si ritenga di sinistra, si renda conto di quale sfida abbiamo davanti e ci sia la disponibilità a ragionare senza egoismi di sigle, però sapendo che bisogna cambiare”, dice ai cronisti Bersani. E se Laura Boldrini, oggi assente, propone in una intervista “un big bang” per andare “oltre LeU”, Nicola Fratoianni liquida la proposta: “Centrosinistra? Big Bang? Dette così sono parole e formule vuote”. Per il segretario di Sinistra italiana il problema è che “ci siamo divisi pure sul giudizio da dare su un eventuale governo di Mattarella e su come affrontare le elezioni quando sembrava si votasse il 22 luglio”. E l’accelerazione di Speranza non convince: “A ogni sconfitta – ammonisce Fratoianni – la sinistra sa fare una cosa sola, un nuovo partito”.
A Fratoianni che vede “difficile” la collocazione del nuovo soggetto politico nel campo socialista alle prossime europee “mentre il Ps francese vota a favore dei bombardamenti di Macron e il ministro Spd presenta un bilancio peggiore di quello di Schauble in Germania”, replica indirettamente Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, che nega di “voler rientrare dalla finestra (nel Pd, ndr) essendo stato fra i primi a uscire dalla porta” e lancia l’allarme sul “rischio di perdere anche Toscana ed Emilia Romagna”. “Dobbiamo chiedere al Pd se vuole ragionare su una alleanza di sinistra. Altrimenti corriamo il rischio di rinchiuderci in una posizione minoritaria e gruppettara”.
Per il Pd parla alla platea degli ex compagni il ministro uscente della Giustizia Andrea Orlando, esponente di spicco della minoranza: “Non ce la caveremo – ammonisce – con reciproche abiure, se non decidiamo cosa andare a dire a quei settori della sociatà conquistati dalle forze che si preparano a governare”. E propone di partire dall’autocritica: “Serve – spiega – una moderna critica del capitalismo ma non per tornare ai cliché del passato. Dobbiamo avere una capacità critica nei confronti delle nostre esperienze di governo, non solo quelle recenti, tutte connotate dall’ingenua illusione globalista”. Insomma, “se ci riproponiamo come eravamo, con le parole d’ordine che avevamo, facciamo un grande favore a chi ha lavorato per dividere il centrosinistra”.
Per ora però l’elemento comune fra Mdp e gli ex compagni rimasti nel Pd è una sorta di smarrimento di fronte al nuovo scenario politico che si prepara con l’accordo apparentemente prossimo fra Lega e M5S. Orlando immagina una opposizione durissima su alcuni temi, come l’Europa e la politica internazionale” e sui diritti “un’allerta molto alta ma senza gridare ‘al lupo al lupo’, bisognerà giudicare gli atti concreti e non sui proclami”. Per Speranza oltre all’opposizione si apre “una fase di sfida in Parlamento e nel Paese”. E a Orlando, che sconsiglia ironicamente di “organizzare manifestazioni contro la flat tax”, consigliando di concentrarsi “sui tagli che ne conseguiranno”, replica Fratoianni: “Contro la flat tax occorre una larga opposizione. Piace a una parte del Paese? Beh, gli interessi si contrappongono, confliggono…”.
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