Roma, 12 lug. (askanews) – È giusto distinguere tra migranti economici e rifugiati, come fa il presidente francese Emmanuel Macron, ma tenendo conto che non si può “ignorare” nemmeno il flusso di persone che vengono in Europa per fuggire dalla povertà e che l’accoglienza deve essere una questione internazionale e non solo italiana. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a Trieste, dopo il vertice con Francia e Germania, aggiungendo di essere comunque “soddisfatto” della “collaborazione” che la Francia sta dimostrando.
“La distinzione del presidente Macron – ha spiegato – è più che legittima: è la legge, sono le regole. Il punto è – e credo che stiamo facendo passi avanti insieme, l’Italia, la Francia, la Germania – che senza negare che ci siano regole diverse tra diverse tipologie di migranti, ci si debba porre il problema del fenomeno in generale”.
Insomma, “anche noi non diciamo che i rifugiati che hanno diritto all’asilo e i migranti economici sono un fenomeno che va affrontato con le stesse regole. Ma certamente non si può ignorare la realtà delle grandi migrazioni che vengono dall’Africa, provocate talvolta da guerre – e in questo caso producono un diritto all’asilo – altre volte da disastri climatici o economici, e non possono comunque essere ignorate”.
Gentiloni ha aggiunto: “Noi continuiamo a insistere sul fatto che l’impegno internazionale non può essere internazionale solo nel soccorso e poi diventare solo italiano sull’accoglienza. Ci vuole un impegno comune europeo, ma penso che su questo stiamo facendo passi in avanti. Anche con la Francia, che ha un ruolo, una presenza, una tradizione in Africa e con la quale possiamo condurre iniziative comuni per ridurre i flussi migratori irregolari. Non possiamo dirci soddisfatti, perché non accetterò mai l’idea che qualcosa sia internazionale e qualcosa solo sulle spalle dell’Italia, ma contemporaneamente sono soddisfatto della collaborazione che anche sul contrasto alla migrazione economica sta emergendo, anche da parte della repubblica francese”.