Roma, 19 dic. (askanews) – Continua la severa campagna anti-corruzione voluta dal presidente cinese Xi Jinping. Secondo quanto riferisce oggi il South China Morning Post, il Partito comunista cinese ha espulso un ex ministro, Xiao Yaqing, che è stato considerato uno degli architetti della rincorsa tecnologica di Pechino nei confronti degli Usa. Xiao, ex ministro dell’industria e delle tecnologie dell’informazione dal 2020 a luglio di quest’anno, è stato spogliato di tutti i suoi incarichi, ma al momento pare aver evitato di essere processato. La Commissione centrale d’ispezione di disciplina, l’onnipotente braccio anti-corruzione del Pcc, ha indicato che l’ex ministro 63enne ha accettato inviti a banchetti che potrebbero aver interferito sull’esecuzione delle sue mansioni. Inoltre, secondo la commissione, “ha perso il senso del limite disciplinare e legale” che divide gli affari di governo e il business, oltre aver preso mazzette. “Xiao ha gravemente violato la disciplina di partito e la legge e non si è astenuto dal farlo dopo il XVIII Congresso del partito (nel 2012)”, ha spiegato la commissione nell’annuncio. “Questa – ha continuato – è una violazione di grave natura e dovrebe essere affrontata severamente”. Tuttavia, ha spiegato ancora la commissione, Xiao ha anche ammesso immediatamente i suoi errori, mostrando pentimento e intende restituire tutto il denaro ottenuto illegalmente, chiedendo perdono. Perciò le autorità hanno deciso di limitarsi all’espulsione dal partito e alla revoca di tutte le mansioni.
Cina, espulso dal Partito comunista ex ministro dell’Industria
Figura chiave nella rincorsa tecnologica di Pechino agli Usa