Roma, 2 mar. (askanews) – L’impatto delle problematiche uditive sulla qualità della vita della popolazione anziana è imponente, e ben noto, eppure ancora oggi ritardi e resistenze ad avere cura della propria salute auditiva rappresentano un grave ostacolo. In occasione della Giornata Mondiale dell’Udito, Senior Italia FederAnziani ricorda come “a 50 anni il 10% circa della popolazione europea presenti un danno uditivo di entità superiore ai 35 dB; a 70 anni tale incidenza supera il 40%, per aumentare in maniera esponenziale con l’avanzare dell’età. In Italia si stima che circa il 12% della popolazione totale sia affetta da un deficit uditivo e che tale incidenza raggiunga il 40% nei soggetti di età superiore ai 65 anni. L’ipoacusia è quindi età correlata, con una maggiore diffusione negli individui di sesso maschile. In questo scenario, la diagnosi precoce si profila come importante strumento che aumenta l’efficacia della risposta al problema. In seguito a una protesizzazione, infatti, soprattutto nei soggetti anziani, la ridotta plasticità cerebrale può determinare tempi di recupero decisamente lunghi o non sufficienti. La correzione precoce del deficit uditivo migliorerebbe l’ascolto, e progressivamente la percezione del parlato e della qualità di vita”.
La Giornata Mondiale dell’Udito, sottolinea Federazniani, rappresenta quindi un’importante occasione per parlare del problema e affrontare anche tutte quelle resistenze di tipo psicologico che rischiano di ritardare la diagnosi e, quindi, i benefici raggiungibili con la protesizzazione. In questo quadro, si colloca il protocollo d’intesa firmato oggi, presso il Ministero della Salute, tra Senior Italia FederAnziani e l’Associazione Nonno Ascoltami, che attraverso la sinergia fra le due organizzazioni vuole incentivare le azioni volte ad affrontare il problema.