Roma, 15 feb. (askanews) – Un turismo sostenibile, che guarda a un bacino di 80 milioni di italiani all’estero ed italodiscendenti, che punta sulla formazione e su un’offerta capace, preparata e strutturata, una strategia per valorizzare e riscopre cultura, lingua e tradizione dell’Italia di oggi. Questo e molto altro è il Turismo delle radici insieme ai progetti ad esso collegati che sono stati presentati oggi alla Farnesina in occasione dell’evento ‘Progetto PNRR. Turismo delle Radici. Una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post Covid-19’ che si è svolto alla Farnesina. Una strategia che vede coinvolti cinque ministeri e 600 comuni, un ‘gioco di squadra’, come ha dichiarato il ministro degli Esteri e padrone di casa Antonio Tajani, in vista dell’anno del Turismo delle radici che si svolgerà nel 2024 come stabilito dalla Farnesina. In questo anno di avvicinamento i protagonisti saranno i territori, i borghi, i luoghi identitari e legati anche alle tradizioni sparsi in tutta Italia, piccoli tesori da valorizzare grazie alla collaborazione con le amministrazioni locali e i sindaci in prima linea. ‘Il progetto che presentiamo oggi è legato al Pnrr e punta alla crescita del turismo nel nostro Paese guardando non soltanto alle grandi città, perché vogliamo che tanti italiani che vivono all’estero o sono italodiscendenti possano tornare a scoprire dove vivevano i loro nonni. Si tratta di un messaggio di italianità ma anche un messaggio di crescita turistica’, ha detto il ministro degli Esteri sottolineando che ‘per portare a casa il miglior risultato possibile abbiamo bisogno di collaborazione e di gioco di squadra per questo ho chiesto ai ministri del Turismo, dell’Istruzione e dell’Università di darci una mano e la mano ce la devono dare anche gli amminstratori locali’. Si tratta di un settore che ha ‘una potenzialità enorme’ e che potrebbe consentire ‘raddopiare o triplicare le presenze grazie a una strategia’ che arrichisca l’offerta turistica italiana con la riscoperta di terre che sono al di fuori degli itinerari consueti ma che per l’italiano che cerca le proprie radici sono essenziali, proprio per il loro essere casa e Italia: il Turismo delle radici ‘punta a difendere la nostra identità e a non far dimenticare all’italiano che vive all’estero qual è la sua cultura, la sua identità e la sua lingua’, ha aggiunto Tajani. ‘Con la guornata di oggi abbiamo lanciato definitivamente il progetto del Turismo delle radici un’iniziativa molto importante, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che vuole coinvolgere gli italiani all’estero e soprattutto gli italodiscendenti all’estero nella riscoperta dei luoghi delle radici, dell’Italia. Non si tratta solo di fare turismo in Italia per gli oltre 80 milioni di italodiscendenti ma anche di venire regolarmente, di scoprire cultura, enogastronomia, territori, artigianato, tutto quello che questo bellissimo Paese ha da offrire. Lo vogliamo fare con tante iniziative, con un’offerta turistica strutturata, preparata, organizzata e adeguata e con l’anno del Turismo delle radici il 2024 che rappresenterà il catalizzatore di tutti gli eventi’, ha detto Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie. Un progetto che si rivolge a milioni di italodiscendenti e anche ai 6,5 milioni di italiani all’estero, che per metà vivono in Europa, ma che vogliono riscoprire l’Italia al pari degli italiani che hanno scelto di vivere più lontano o che non sono mai stati nella terra di origine dei genitori o dei nonni. La presentazione del progetto è stato ‘un passaggio importante, il processo è iniziato da tempo, ma oggi è stato un momento di rilancio e di sintesi tra amministrazioni e territori. Cinque ministeri, oltre 600 comuni che hanno aderito, tante amministrazioni pubbliche e private come Enit, Unioncamere e la Rai. Da oggi dobbiamo partire con le iniziative concrete che già nel 2023 verranno avviate e che dovrebbero sfociare nel 2024 nell’anno del Turismo delle radici’, ha aggiunto Vignali. Per la ministra del Turismo Daniela Santanché il Turismo delle radici è ‘un’occasione che non possiamo perdere. Il futuro del turismo italiano non può prescindere dal turismo delle radici, non si può guardare al domani, se non guardiamo alle radici e da dove arriviamo’. Per il ministero del Turismo si tratta di ‘uno snodo cruciale del turismo italiano, perché si rivolge a un bacino di utenza di 80 milioni di persone, italiani di seconda e terza generazione che sentono questo forte richiamo delle proprie origini’. Prima della pandemia ’10 milioni di italiani all’estero avevano scelto l’Italia’ e anche durante la pandemia ‘sei milioni di italiani all’estero hanno riscoperto’ il Belpaese: un altro punto a favore del settore ‘lunghezza del peridoo di permanenza in Italia che va da sei giorni a oltre una settimana e la spesa di questa fascia di turisti nel 2021 è stata pari a 4,2 miliardi di euro’, ha ricordato la ministra. Ma l’importanza del turismo delle radici ‘va oltre’, perché ‘c’è anche il tema dell’aumento dei flussi destagionalizzati. È un turismo che non si conosce soltanto d’estate, ma si distribuisce in tutto l’anno’, ha sottolineato il ministro aggiungendo che un altro vantaggio è la spinta sul mercato ‘dei prodotti enogastronomici, dell’artigianato e che porta a rivitalizzare le produzioni agroalimentari e artigianali’. Un altro tassello è quello legato ai matrimoni degli italiani all’estero e degli italodiscendenti che ‘vogliono tornare a sposarsi in Italia’. Nel corso della presentazione, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha voluto porre l’attenzione sul fatto che ”essere italiani è il più grande regalo che abbiamo ricevuto” come dice lo slogan del video di presentazione del Turismo delle radici ‘e essere italiani all’estero è essere due volte italiani. Il ministero dell’Università e della ricerca è il ministero del futuro grazie alla forza delle radici. E’ solo attraverso il passato e la metabolizzazione e valorizazione del nostro straordinario patrimono culturale, artistico e scientifico che si ha il primo viatico per costruire il futuro’. Un concetto quello del Turismo delle radici che secondo il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi dovrebbe essere messo sempre più al centro, anche sfruttando una vetrina come il prossimo Sanremo: ‘Il Festival di Sanremo è una grande occasione che non si sfrutta a dovere’ nella presentazione ‘e nella giusta rappresentazione del nostro Paese’ e ‘oggi affrontando questa materia, il Turismo delle radici, ho pensato quale meravigliosa occasione potrebbe essere il Festival per promuvere’ questo tema e ‘lancio questa suggestione al direttore artistico’ per la prossima edizione. Un altro elemento centrale del Progetto è la formazione di attori che nel Turismo delle radici sappiano trovare il loro ruolo. ”Le scuole e gli ITS Academy’ possono offrire ‘un contributo essenziale allo sviluppo del Turismo delle radici: c’è un grande potenziale nel lavoro sviluppato dall’intero sistema di istruzione e formazione a favore dei nostri giovani e del Paese, un sistema che si prende cura di conservare e tramandare le nostre radici culturali e che allo stesso tempo promuove l’acquisizione delle competenze digitali per l’innovazione dei prodotti e dei servizi economici. Tutto ciò con la conoscenza che la conoscenza del nostro passato e l’acquisizione delle competenze per il futuro possono offrire un formidabile contributo non solo per lo sviluppo personale dei giovani, ma anche per la crescita economica del nostro Paese’, ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervenendo al Ministero degli Esteri. Per Valditara la promozione dell’istruzione e della conoscenza della lingua e della cultura italiana nel mondo è ‘un fattore strategico per lo sviluppo del sistema Paese anche a livello internazionale. Anche questa iniziativa di rilancio della cultura e del turismo, settori chiave per la ripresa del nostro Paese, può trarre grande beneficio da una collaborazione costruttiva tra i nostri ministeri. Infatti gli obiettivi del progetto ‘Turismo delle radici’, possono essere fortemente sostenuti dal sistema educativo italiano e in mondo particolare facendo leva sulle capacità delle istituzioni scolastiche di contribuire all’innovazione culturale, sociale e economica di quei luoghi in cui esse stesse sono parte integrante. Le scuole, se coinvolte in iniziative locali integrate, grazie all’autonomia di cui godono le istituzioni scolastiche, possono offrire un grande contributo al progetto, dedicando adeguato spazio nell’offerta formativa alla riscoperta e alla valorizzazione dei beni culturali, delle tradizioni, degli usi e dei costumi, che costituiscono l’identità specifica di ogni territorio’. Nel corso della mattinata è stato presentato anche il volume “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia’ in cui sono stati raccolti dati e storie sul tema perché ‘gli italiani nel mondo sono storie che attendono di essere raccontate’, ha detto Marina Gabrieli, coautrice e Cordinatrice nazionale progetto PNRR “Turismo delle radici”. Riccardo Giumelli, docente dell’Università di Verona e dell’Università di Mar del Plata, Argentina, che ha partecipato al volume ha ricordato che per realizzare le interviste contenute sono stati raccolti ‘120mila dati e raggiunti 21 paesi’ e un elemento che è emerso è che ‘un cittadino con passaporto italiano su 5 all’estero non è mai stato in Italia’ per questo ci sono diversi motivi del viaggio di ritorno, tra cui ‘chi torna per riscoprire i luoghi delle radici’ che sono per il 53% degli intervistati ‘i luoghi di origine della famiglia e nelle persone care’. Secondo Giuseppe Sommario, ricercatore dell’Università Cattolica di Milano ‘il desiderio di tornare nasce dalla partenza e per questo parliamo del sentimento della ‘ritornanza’ che provano milioni di italiani partiti e che alimentano attraverso il ricordo’. La mattinata ha visto anche le esperienze di diversi sindaci che nel Turismo delle radici hanno già creduto e credono ancora, che hanno illustrato le loro aspettative in vista del 2024 e degli eventi collegati. E poi si è parlato anche di come comunicare il Turismo delle radici. Uno dei canali più autorevoli è quello della Rai, di cui Fabrizio Ferragni, direttore di RAI Italia, ha dato alcuni numeri: ‘Siamo uno strumento al servizio del Sistema Paese, raggiungiamo 43 milioni di case nel mondo in 143 paesi, con una platea potenziale di 120 milioni di persone che possono seguire i programmi sottotitolati sia in italiano che in spagnolo e i tg e le rassegne in lingua inglese. (di Daniela Mogavero)
Turismo radici è chiave per futuro e per “triplicare presenze”
Presentato il progetto in vista dell'anno dedicato nel 2024