Il vertice Nato Madrid, 28 giu. (askanews) – “Il cambiamento climatico rappresenta un serio rischio per tutti noi. Dall’estremo Nord al Sahel, è un moltiplicatore delle crisi, aumenta i fenomeni meteorologici estremi che devastano le comunità e alimentano tensioni e conflitti. Il cambiamento climatico è importante per la sicurezza, quindi è importante per la Nato”, che per questo si impegnerà a ridurre entro il 2030 le emissioni del 45%, e ad azzerarle entro il 2050. Lo ha affermato il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg al primo “dialogo ad alto livello sui cambiamenti climatici e la sicurezza”, che ha riunito oggi a Madrid gli alleati della Nato con le nazioni partner da tutto il mondo. La Nato, ha detto Stoltenberg, “è determinata a fissare uno standard aureo nell’affrontare le implicazioni di sicurezza. A Madrid i leader sosterranno un nuovo concetto strategico. Il cambiamento climatico è la sfida che definisce il nostro tempo. Per la Nato questo significa tre cose: dobbiamo aumentare la nostra comprensione” del fenomeno, “adattare la nostra alleanza” per affrontare la sfida, “e ridurre le nostre emissioni”. Sul primo punto, ha annunciato il segretario generale, “oggi pubblicherò la nostra prima valutazione di come il cambiamento climatico ha impatto sulla nostra sicurezza sui nostri asset e le nostre installazioni e attività militari, così come sulla nostra resilienza e sulla preparazione dei civili”. Il cambiamento climatico, ha continuato, “ha un impatto profondo sull’ambiente in cui operano uomini e donne: dal caldo estremo per le nostre missioni di training in Iraq allo scioglimento dei ghiacci nell’artico; dall’aumento del livello degli oceani che minaccia le nostre basi navali, agli uragani che rendono inaccessibile il nostro spazio aereo. La lista delle molte maniere in cui il cambiamento climatico ha impatto sulla nostra sicurezza è lunga”. In secondo luogo, ha aggiunto Stoltenberg, “dobbiamo adattarci, fornendo alle nostre forze armate gli equipaggiamenti di cui hanno bisogno per operare nel caldo estremo e nel freddo estremo, fornendo loro il training per gli interventi di soccorso nei disastri, rafforzando le nostre strutture costiere contro l’aumento del livello dei mari e affrontando le implicazioni di sicurezza per le attività economiche militari nell’estremo Nord”. D’ora in poi, ha indicato, “terremo conto ora del cambiamento climatico quando pianificheremo le nostre operazioni e le nostre missioni, e dello sviluppo di nuove capacità, per assicurare di rimanere efficaci in questo ambiente sempre più duro”. Il terzo punto riguarda la “riduzione dell’impatto globale delle nostre attività militari sul pianeta. Non possiamo compromettere la nostra efficacia militare: la Nato esiste per preservare la pace attraverso una credibile deterrenza e difesa. Niente È più importante. Se falliamo nel preservare la pace, falliremo anche nella lotta al cambiamento climatico”, ha sottolineato Stoltenberg. “Condividiamo tutti – ha proseguito Stoltenberg – la responsabilità di ridurre le emissioni. A questo fine abbiamo sviluppato la prima metodologia per misurare le emissioni di gas serra, civili e militari”, una metodologia, ha spiegato, che “stabilisce cosa contare e come contarlo, e sarà messa a disposizione di tutti gli alleati per aiutarli a ridurre le proprie emissioni militari. Questo è vitale perché ciò che viene misurato può essere ridotto”. “In base a questa nuova metodologia, posso annunciare oggi – ha detto il segretario generale – i primi obiettivi per la Nato come organizzazione nella riduzione delle emissioni: entro il 2030 le taglieremo del 45%, e le ridurremo allo zero netto entro il 2050. Abbiamo condotto un’analisi approfondita su come si può fare: non sarà facile, ma si può fare”. “Una grande parte di questo sforzo – ha indicato Stoltenberg -sarà la nostra transizione verso la fine dei carburanti fossili. Tutti i nostri alleati si sono impegnati a ridurre le emissioni a effetto serra come parte dell’accordo di Parigi: adattare il settore militare contribuirà a questo obiettivo includendo più tecnologie verdi come le rinnovabili, e i carburanti sintetici non dannosi per il clima, più le soluzioni di efficienza energetica”. “L’evoluzione tecnologica in corso e la rivoluzione energetica verde sono di enorme beneficio per i militari; già oggi – ha rilevato il segretario generale – le migliori auto sono quelle elettriche, e credo che nel futuro i veicoli militari più avanzati e gli eserciti più avanzati saranno quelli che non dipenderanno più dai carburanti fossili. Rendendo i nostri equipaggiamenti più efficaci e sfruttando al massimo i vantaggi delle nuove tecnologie possiamo migliorare il nostro settore militare per rafforzare la nostra sicurezza, così come aiutare ad affrontare il cambiamento climatico, e questo aumenterà anche la nostra resilienza”. “La guerra in Ucraina – ha indicato Stoltenberg – mostra il pericolo di essere troppo dipendenti dalle materie prime dei regimi autoritari. Il modo in cui la Russia usa l’energia come un’arma di coercizione sottolinea la necessità di sbarazzarci dell’olio e del gas russi”. “Allo stesso tempo – ha avvertito il segretario generale – non possiamo sostituire una dipendenza con un’altra: molte nuove tecnologie e materie prime, come le terre rare, vengono dalla Cina: perciò dobbiamo diversificare le nostre fonti di energia e i nostri fornitori”. E c’è poi “un altro rischio: quello di creare un ‘patchwork’ di sistemi incompatibili in cui tutti i 30 alleati Nato seguono un loro percorso separato verso la sicurezza energetica e l’adozione delle nuove tecnologie”. Questo “patchwork”, ha sottolineato Stoltenberg, presenterebbe “seri rischi per la nostra interoperabilità”. Invece, ha sottolineato, “dovremmo lavorare insieme per garantire che le politiche nazionali migliorino la nostra forza militare collettiva, e che la Nato sia la piattaforma ideale per gli alleati per coordinare i nostri sforzi. Fissando ‘benchmark’ e standard condivisi possiamo innovare insieme, mantenendo la nostra efficacia operativa”. Il segretario generale ha quindi annunciato che chiederà alle autorità civili e militari della Nato di sviluppare una nuova iniziativa, chiamata “Energy Transition By Design” (“progettazione della transizione energetica”), che sarà presentata al secondo incontro, l’anno prossimo, del “dialogo ad alto livello sui cambiamenti climatici e la sicurezza”. Questi incontri ad alto livello, ha ricordato, “si terranno ogni anno, mettendo la Nato al crocevia tra clima e sicurezza”. “Il cambiamento climatico non è una minaccia che ben oltre l’orizzonte, o che si estende molto lontano nel futuro. Vediamo già oggi il suo impatto sulla nostra sicurezza. Ora abbiamo un piano con azioni concrete per affrontare questi rischi, per garantire che la nostra Alleanza si adatti alla sfida e per proteggere il miliardo di nostri cittadini della Nato”, ha concluso Stoltenberg. Loc/Int14
Stoltenberg: il cambiamento climatico è un serio rischio per tutti
"Dobbiamo ridurre le emissioni e adattare l'Alleanza a fenomeni estremi"