Ucraina Budapest, 31 mar. (askanews) – Si chiama Bok il Centro di accoglienza nel cuore di Budapest, in Ungheria, organizzato dal governo per ospitare i rifugiati ucraini che dall’inizio della guerra arrivano dal Paese invaso dalla Russia. Gestito dall’Ordine di Malta, presente con un centinaio di operatori, tra volontari e staff, è uno dei tre hotspot dell’Ordine a Budapest e dedicato all’assistenza di decine di migliaia di profughi che giungono dal confine da Beregovo, in Transcarpazia. “Questo è il primo punto dove arrivano i rifugiati – racconta Lajos Gyori-Dani, Vicepresidente e Ceo dell’Ordine di Malta in Ungheria -. Decine e decine di rifugiati arrivano ogni giorno col treno direttamente dal confine. L’Ordine di Malta aiuta i profughi per i primi momenti. I nostri volontari li accolgono e li aiutano insieme alle tante associazioni che forniscono diversi tipi di assistenza a tanti di loro”. Nell’immenso tendone tutto è ben organizzato. C’è il punto informativo, la mensa, il reparto con le brandine per riposarsi un momento, l’area giochi per i bambini e l’area per accogliere gli animali. Ed ancora: un cambio per le monete, la biglietteria per bus e treni, e perfino l’area per pregare con una candela sempre accesa. Silvia è una volontaria dell’Ordine di Malta. “Forniamo cibo e bevande ai rifugiati, cioccolata ai bambini e brioches. Ci sono molte famiglie, oggi molti rom che arrivano con qualcosa come 8 figli. Penso che sia una grande cosa, duro lavoro ma bello”, racconta. Tante le storie che incrociamo. Come quella di Iryna, che arriva da Kharkiv dopo 5 giorni di viaggio. “La situazione è che molta gente, molte statue e molti edifici – dice – sono stati bombardati a Kharkiv. Molte case, molti appartamenti, le strade tutte distrutte. Era una bellissima città, ora è tutto distrutto. Kiev non è stata tutta distrutta, Kharkiv è stata oramai rasa al suolo. Ci sono anche molti animali abbandonati, è tutto molto triste”. Ma il flusso di profughi che giunge dall’Ucraina sta diminuendo a vista d’occhio. “Fino a qualche giorno fa arrivavano seza sosta. Ne abbiamo accolti 600mila dall’inizio della guerra in tutta l’Ungheria – prosegue Gyori-Dani – e attualmente nel Paese ce ne sono 150mila. Ma ora la sfida è un’altra: accompagnare coloro che restano qua, lavorare sull’integrazione, inserire i bambini nelle scuole da settembre”. “La prima ondata di rifugiati è stata elevata perché tanti fuggivano dalla guerra, dalle zone colpite – prosegue il vicepresidente dell’Ordine di Malta – ma ora la situazione è cambiata. Ora chi è scappato è scappato e chi non l’ha fatto è perché vuole restare nel proprio Paese o perché le condizioni per lasciarlo sono fortemente cambiate. Non ci sono più le strade, tanti ponti sono stati distrutti”. L’Ordine di Malta in Ungheria opera su tre livelli: il primo, l’aiuto e l’assistenza materiale ai profughi in arrivo in Ungheria; il secondo, l’accompagnamento ai rifugiati interni; il terzo: aiutare nell’integrazione dei profughi e delle famiglie che vogliono restare in Ungheria”. “Apriremo altri due punti di accoglienza – annuncia il vicepresidente dell’Ordine di Malta Ungheria – nel sud dell’Ungheria. Prevediamo che almeno 2-300mila persone resteranno al lungo termine nel Paese nei prossimi mesi. Ma difficile capire cosa succederà. Tutto dipende dall’evolversi della guerra”. (Di Serena Sartini) . ssa
Dentro il più grande centro profughi di Budapest
Ordine Malta: flusso cambiato, lavoriamo per chi resta nel Paese