Viaggio al confine Ungheria-Ucraina dove opera l’Ordine di Malta

"Qui in Trascarpazia non ci sono bombe ma abbiamo paura"

MAR 30, 2022 -

Ucraina Beregovo, 29 mar. (askanews) – In Transcarpazia, la regione a sud -ovest dell’Ucraina al confine con l’Ungheria, non suonano le sirene e non ha visto le bombe in 33 giorni di conflitto. Ma la paura che la guerra arrivi anche in questa zona è tanta. “Questa è una regione poverissima e tutti siamo preoccupati”, dicono dalla città di Beregovo, 30mila anime, considerata una sorta di “capitale” della Transcarpazia. Finora, dall’inizio della guerra, sono arrivati in Ungheria circa 600mila profughi ucraini (il Paese guidato da Orban conta 10 milioni di abitanti), attraverso tre punti di accesso al confine. Il più grande è l’hotspot di Beregsurany, dove transitano circa 1.200 sfollati al giorno, con autobus, auto e anche a piedi. In questo punto di accesso è presente l’Ordine di Malta che coordina l’intera attività di volontariato e di organizzazioni caritatevoli dell’intero paese. Uno staff di oltre 4mila tra volontari e operatori dell’Ordine di Malta presente in Ungheria da 30 anni. I profughi arrivano a Beregsurany grazie a un servizio di trasporto dal confine ucraino: vengono accolti dagli operatori che registrano e controllano i documenti, offrono da mangiare e da bere, sostano per qualche ora prima di partire per altre destinazioni. “Il presidio dell’Ordine di Malta a Beregsurany è il primo punto di accoglienza dei rifugiati – dice Imre Szabjan, capo Operazioni Soccorso dell’Ordine di Malta Ungheria – è un punto di incontro per ricongiungersi con le famiglie e gli amici fuggiti dall’Ucraina. Ma è anche un rifugio per coloro che non hanno i mezzi di trasporto e che non hanno un alloggio, non sanno dove stare. Si tratta di una sistemazione temporanea, possiamo accoglierli, dargli un tetto sulla testa fino a tre giorni”. Tra le decine e decine di rifugiati che scappano dalla guerra c’è anche Olga, che arriva da Kiev insieme al fedele gatto Zen. “Ho dormito nella cantina per 5 giorni, poi sono arrivata in Transcarpazia, facendo l’autostop. Ora voglio andare in Germania, dove ho degli amici. Vorrei lavorare nel mondo della moda, ciò che ho studiato in Ucraina. Vorrei continuare a studiare in Germania, sono grata all’Ordine di Malta per il servizio di assistenza che mi ha dato”. A Beregovo in Ucraina, c’è invece il magazzino dove l’Ordine di Malta raccoglie e organizza i pacchi alimentari da distribuire ai rifugiati. “Ne abbiamo oltre 100 tonnellate – dice Janos Makuk, capo operazioni Ordine di Malta di Berehova, in Ucraina – circa 5mila tonnellate al giorno”. L’Ordine di Malta, fortemente impegnato sul fronte della crisi ucraina, ha anche raccolto 40 milioni di euro da destinare alle operazioni di soccorso e assistenza. In virtù della sua sovranità, l’Itituzione cattolica ha inoltre sensibilizzato sulla necessità di proteggere il personale umanitario così come previsto dalle leggi internazionali e sulla distribuzione dei beni umanitari al popolo ucraino. Qui in Transcarpazia l’atmosfera è surreale: strade vuote, i controlli alla frontiera sono molto lunghi, poche le persone che transitano a piedi con la valigia. La maggiorparte ha già lasciato il Paese e altri sono bloccati a causa di alcuni ponti sul fiume Dniepr. Non suonano le sirene, ma la paura resta tanta. Ssa