Ucraina Città del Vaticano, 18 mar. (askanews) – “Il diritto a difendere la propria vita, il proprio popolo e il proprio Paese comporta talvolta anche il triste ricorso alle armi”: così il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, risponde, in una intervista al settimanale cattolico spagnolo Vida Nueva, in merito all’invio di armi agli ucraini. Lei pensa che sia una buona misura per molti paesi europei inviare armi per aiutare gli ucraini nella guerra contro l’invasione russa?, domanda il giornalista Dario Menor Torres. “L’uso delle armi”, risponde il cardinale Parolin, “non è mai qualcosa di desiderabile, perché comporta sempre un rischio molto alto di togliere la vita alle persone o causare lesioni gravi e terribili danni materiali. Tuttavia – prosegue – il diritto a difendere la propria vita, il proprio popolo e il proprio Paese comporta talvolta anche il triste ricorso alle armi. Allo stesso tempo – afferma ancora Parolin – entrambe le parti devono astenersi dall’uso di armi proibite e rispettare pienamente il diritto umanitario internazionale per proteggere i civili e le persone fuori dal combattimento. D’altra parte, sebbene gli aiuti militari all’Ucraina possano essere comprensibili, la ricerca di una soluzione negoziata, che metta a tacere le armi e prevenga un’escalation nucleare, resta una priorità”.
Ucraina, Parolin: difesa popolo comporta triste ricorso a armi
""Soluzione negoziata che metta a tacere le armi resta priorità"