Pedofilia Città del Vaticano, 14 feb. (askanews) – Il Papa ha rafforzato la trattazione canonica degli abusi sessuali del clero creando una apposita sezione all’interno della congregazione per la Dottrina della fede che, con un proprio segretario, si occuperà della pedofilia e degli altri “delicta graviora”, ossia i delitti più gravi. Francesco ha infatti firmato un “motu proprio”, che entra in vigore oggi, per modificare la struttura interna del dicastero vaticano custode dell’ortodossia cattolica. Da un punto di vista canonico, la Santa Sede ha sempre trattato la questione degli abusi sessuali del clero a danno di minorenni come materia di fede (non, dunque, attentato contro la persona), e pertanto incaricato di trattare le denunce l’ex Santo Uffizio. Nel corso degli anni, e con l’emergere della portata epocale della crisi degli abusi, tuttavia, la materia ha subito diverse modifiche. Nel 2001 quando papa era Giovanni Paolo II e prefetto della congregazione per la Dottrina della fede l’allora cardinale Joseph Ratzinger, vennero definiti dieci “delicta graviora”: quattro contro l’Eucaristia (l’asportazione o la conservazione a scopo sacrilego o la profanazione delle specie consacrate; l’attentata o simulata azione liturgica del sacrificio eucaristico; la concelebrazione vietata del sacrificio eucaristico assieme a ministri di comunità ecclesiali, che non hanno la successione apostolica né riconoscono la dignità sacramentale dell’ordinazione sacerdotale; la consacrazione a scopo sacrilego di una materia senza l’altra nella celebrazione eucaristica, o anche di entrambe fuori della celebrazione eucaristica); tre contro il sacramento della Penitenza (l’assoluzione del complice nel peccato contro il sesto comandamento del Decalogo (‘Non commettere atti impuri’, ndr ); la sollecitazione, nell’atto o in occasione o con il pretesto della confessione, al peccato contro il sesto comandamento, se è finalizzata a peccare con il confessore stesso; la violazione del sigillo sacramentale), uno contro la morale (il delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con minore al di sotto dei 18 anni di età). Nel 2010 papa Benendetto XVI definì ulteriormente i “delitti più gravi” (includendovi ad esempio l’attentato ordinazione sacra di una donna) ed allargando lo spettro degli abusi sessuali (includendo tra le vittime le persone maggiorenni che abitualmente hanno un uso imperfetto della ragione ed allargando il reato al “possesso, per scopo di libidine, di materiale pedopornografico”). Nel 2021, papa Francesco ha ulteriormente aggiornato le “norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della fede”, armonizzando il codice di diritto canonico. Altro capitolo, distinto, è quello delle norme penali che lo Stato della Città del Vaticano ha elaborato nel corso degli anni sui casi di pedofilia, e che hanno recentemetne condotto il tribunale vaticano a processare penalmente – e infine assolvere – due sacerdoti accusati di abusi sessuali e di insabbiamento. Altro capitolo ancora, infine, la giustizia penale di ogni Stato in cui la Chiesa cattolica è presente, e rispetto alla quale la Santa Sede incoraggia – senza renderla obbligatoria – la collaborazione. Adesso il papa con un nuovo “motu proprio” stabilisce ufficialmente che la Congregazione per la Dottrina della Fede “comprende due Sezioni, Dottrinale e Disciplinare, ciascuna coordinata da un Segretario che coadiuva il Prefetto nell’ambito specifico di propria competenza, con la collaborazione del Sotto-Segretario e dei rispettivi Capi Ufficio”. Al’interno del dicastero di fatto vi erano già quattro uffici distinti (dottrinale, disciplinare, matrimoniale e un ufficio, ormai soppresso, che si occupava della galassia tradizionalista, la pontificia commissione Ecclesia Dei): ora vi saranno due sezioni strutturalmente separate – dottrinale, che si occupa anche della materia matrimoniale, e disciplinare – ed ognuna con un prorio segretario e, prevedibilmente, maggiore autonomia di bilancio. La Sezione Disciplinare, “attraverso l’Ufficio disciplinare, si occupa dei delitti riservati alla Congregazione e da questa trattati mediante la giurisdizione del Supremo Tribunale Apostolico ivi istituito”, si legge nel “motu proprio”. Essa ha il compito di predisporre ed elaborare le procedure previste dalla normativa canonica perché la Congregazione, nelle sue diverse istanze (Prefetto, Segretario, Promotore di Giustizia, Congresso, Sessione Ordinaria, Collegio per l’esame dei ricorsi in materia di delicta graviora), possa promuovere una retta amministrazione della giustizia”. Nel 2019 ebbe particolare eco una intervista rilasciata da monsignor John Joseph Kennedy, il capo ufficio della Sezione disciplinare della Congregazione, che all’Associated press raccontò che la Dottrina della fede aveva ricevuto quell’anno la cifra record di mille casi segnalati da tutto il mondo: l’enorme afflusso di denunce aveva “sopraffatto” il personale, diceva il presule statunitense: “Uno tsunami di casi”. La congregazione per la Dottrina della fede è guidata dal cardinale spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer (77 anni). La posizione del segretario è vacante da quando il papa poche settiamne fa ha nominato il segretario, mons. Giacomo Morandi, vescovo di Reggio Emilia. Sottosegretario è il teologo Matteo Visioli e sottosegretario aggiunto il teologo Armando Matteo. I due segretari aggiunto, infine, sono il domenicano statunitense Joseph Augustine Di Noia, e il vescovo maltese Charles Jude Scicluna: dal 2002 al 2012 promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della fede, ossia il “pubblico ministero” dei casi di abuso sessuali, fu rinviato a Malta nell’ultimo scorcio del pontificato di Benedetto XVI, papa Francesco nel 2015 lo ha nominato presidente del Collegio per l’esame dei ricorsi alla sessione ordinaria della Congregazione per la Dottrina della fede in materia di delicta graviora e nel 2018, pur lasciandolo a Malta, lo ha nominato sottosegretario della congregazione per la Dottrina della fede. Presule molto stimato da Bergoglio, che i prossimi 2 e 3 aprile andrà a Malta. Quanto alla seconda sezione, quella dottrinale, il nuovo “motu proprio” stabilisce che “attraverso l’Ufficio dottrinale, si occupa delle materie che hanno attinenza con la promozione e la tutela della dottrina della fede e della morale. Essa, inoltre, favorisce gli studi volti a far crescere l’intelligenza e la trasmissione della fede al servizio dell’evangelizzazione, perché la sua luce sia criterio per comprendere il significato dell’esistenza, soprattutto di fronte alle domande poste dal progresso delle scienze e dallo sviluppo della società. Per quanto concerne la fede e i costumi, la Sezione predispone l’esame dei documenti che devono essere pubblicati da altri Dicasteri della Curia Romana, nonché degli scritti e delle opinioni che appaiono problematici per la retta fede, favorendo il dialogo con i loro autori e proponendo i rimedi idonei da apportare, secondo le norme dell’Agendi ratio in doctrinarum examine. A questa Sezione è affidato il compito di studiare le questioni relative agli Ordinariati personali istituiti mediante la Costituzione Apostolica Anglicanorum Coetibus. Alla Sezione Dottrinale afferisce l’Ufficio Matrimoniale, che è stato istituito per esaminare, sia in linea di diritto che di fatto, quanto concerne il ‘privilegium fidei'”.
Abusi, il Papa crea sezione “ad hoc” alla Dottrina della fede
Sarà autonoma dalla sezione dottrinale e avrà proprio segretario