Somalia Roma, 11 ott. (askanews) – “Per la prima volta in 30 anni Radio Mogadiscio trasmetterà in lingua italiana”. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Informazione e della Cultura somalo, Osman Dubbe, pubblicando su Twitter le immagini della firma di un’intesa siglata con l’ambasciatore italiano in Somalia, Alberto Vecchi, per la ripresa di trasmissioni in lingua italiana sulle frequenze della radio “costruita dall’Italia nel 1951”. Contattato da askanews, l’ambasciatore ha spiegato come l’iniziativa rientri in un progetto più ampio, che comprende la ripresa dei corsi di italiano all’Università nazionale somala, e l’assegnazione di borse di studio agli studenti somali per studiare nelle Università italiane. Anche Vecchi ha rimarcato come “negli ultimi 30 anni l’italiano non sia più stato studiato”, diventando di fatto una lingua parlata ormai solo dalla “generazione della mia età”. Per colmare questa “cesura generazionale”, un anno fa l’ambasciata si è così adoperata per far ripartire i corsi di italiano all’Università nazionale somala, sostenuta fin dalla sua fondazione, nel 1969, dalla Cooperazione italiana. I corsi, “tutti tenuti da cittadini somali, tra ex professori dell’Università nazionale somala, ex membri della diaspora e persone che hanno studiato in Italia, sono iniziati tre settimane fa e la risposta è stata molto forte, con un’affluenza di studenti entusiasmante”, ha rimarcato l’ambasciatore. L’Università nazionale somala “ha anche una facoltà di giornalismo”, ha aggiunto Vecchi, e l’idea di trasmissioni radio in lingua italiana nasce proprio “dal fatto che ci siano degli studenti di giornalismo che hanno cominciato a studiare l’italiano”. L’ambasciatore ha così interpellato il ministro dell’Informazione e della Cultura, “per capire se potevano esserci obiezioni alla mia ricerca di una radio a Mogadiscio disposta a ospitare una trasmissione di carattere culturale in lingua italiana, dove a fare da speaker, in prospettiva, potessero essere i ragazzi della facoltà di giornalismo che studiano italiano, permettendo loro di fare pratica di italiano, e ricominciando anche a far sentire l’italiano in Somalia”. “Il ministro è stato subito entusiasta e ci ha indicato Radio Mogadiscio, ricordando che è la radio fondata dagli italiani – ha raccontato il diplomatico – e così è partito il lavoro insieme alla Cooperazione allo sviluppo e alla Cooperazione civile militare (Cimic). Il progetto prevede in prima battuta il rimodernamento delle strutture di uno studio, formazione tecnica per i ragazzi della facoltà di giornalismo e per gli operatori che andranno in radio e poi l’inizio di trasmissioni radiofoniche, che dovrebbero partire all’inizio del prossimo anno”. “I programmi in italiano saranno di matrice culturale, dalla musica alla cultura, alla cucina, alla storia comune, con il recupero di un passato che si sta dimenticando, anche dal punto di vista linguistico, che ha il solo scopo di fare cultura”, ha puntualizzato Vecchi. E certamente anche per sostenere gli studenti somali che riceveranno le borse di studio: “Adesso abbiamo 16 borsisti nelle università italiane, grazie alla Cooperazione italiana, ma poi ci sono le borse di studio delle singole università italiane, dal Politecnico di Milano, alla Sapienza di Roma, a Roma Tre”. “C’è una rete di università italiane che da anni lavora a sostegno dell’Università nazionale somala e che ha impostato programmi per accogliere gli studenti somali – ha ricordato Vecchi – quindi diventava sempre più importante che gli studenti che vanno in Italia avessero già una base di italiano. Radio Mogadiscio rientra in un disegno complessivo”.
In Somalia, radio Mogadiscio torna a parlare italiano
Ambasciatore Vecchi ad askanews: "Lo scopo è fare cultura"