Roma, 13 apr. (askanews) – Il ministero dello Sviluppo Economico ha deciso l’emissione di un francobollo per ricordare Amadeo Peter Giannini, il ‘banchiere degli italiani’.
il 17 ottobre 1904 Giannini fondò la Bank of Italy, divenuta in seguito Bank of America, realtà che, grazie anche a prestigiose ‘alleanze’ finanziarie, nel 1945 si impone come la prima Banca nel mondo.
Il suo sogno era quello di una banca aperta, in particolare, ai numerosi emigrati che arrivavano in California con pochissimi mezzi ma con tanta voglia di costruire, a costo di duri sacrifici, il proprio futuro. Persone cui spesso, altre banche non permettevano neanche di entrare. E forse, creare la Banca d’Italia, fu una scelta dettata anche dalla consapevolezza che, come era accaduto alla sua famiglia, a quegli italiani ricchi solo di forza di volontà e intraprendenza, andava offerta un’opportunità . E per far conoscere la sua banca, Giannini, grazie alla fama e al rispetto che già aveva conquistato tra i nostri connazionali, non esitò a visitarli direttamente nelle loro case per pubblicizzare i suoi servizi, a cominciare dalla riduzione del tasso che avrebbero pagato per inviare i loro risparmi alle famiglie in Italia; tasso che le altre banche volevano del 6% e che per la Banca d’Italia era il 2%!
Il francobollo del Ministero è un nuovo riconoscimento per Giannini dopo una piazza dedicatagli a a San Francisco, un francobollo emesso nel 1973 negli Stati Uniti, il riconoscimento da parte di Time come ‘costruttore e titano’ del XX secolo… un evento alla Camera dei Deputati voluto dall’allora Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko Tremaglia, con cui l’Italia lo ha celebrato in occasione del centenario della fondazione della Bank of Italy, diversi libri che raccontano la sua vita e, infine, appunto, questo altro francobollo emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico. In sintesi, a distanza di oltre 70 anni dalla sua morte, il mondo continua a dedicare ad Amadeo Peter Giannini i doverosi omaggi. D’altronde la ‘memoria’ è un valore che va conservato, soprattutto per un personaggio come Giannini che sfiora la leggenda non solo per aver creato un impero, ma soprattutto perché ha messo a disposizione di chi aveva poco o nulla, i servizi della sua Banca; non a caso, spesso viene associato al suo nome il concetto di ‘finanza etica’.
La storia di Amadeo Peter Giannini inizia a Favale di Malvaro, luogo di origine dei suoi genitori, ed è proprio in questo borgo in provincia di Genova che è stato presentato il francobollo a lui dedicato. A ideare l’immagine, Isabella Castellana: un ritratto di Giannini, definito ‘Banchiere per il popolo’ accanto a un carretto e un cartello con su scritto ‘Prestiti come prima, più di prima’. La cerimonia si è svolta qualche tempo fa nella casa dei genitori, oggi diventata ‘Museo Giannini’. Come tanti, in quegli anni, anche i genitori di Giannini, Luigi e Virginia Demartini, presero la decisione di andare in America, esattamente a San Josè, dove il 6 maggio del 1870, nacque Amadeo Peter.
Fin dall’adolescenza dimostrò una spiccata attitudine verso gli affari, capacità ereditate magari dal padre Luigi che, arrivato nella cittadina californiana, iniziò a costruire il suo ‘sogno americano’ comprando un immobile per farne una pensione che in poco tempo si trasformò in locanda (proprio in questa locanda nasce Amadeo) e più tardi in hotel. Gli affari andavano bene, e Luigi acquistò una tenuta a San Francisco, ma, proprio davanti ad Amadeo, venne ucciso per un litigio a causa di un debito…pari a 1 dollaro!
Anche il secondo marito della madre, Lorenzo Scatena, si rivelò molto abile negli affari. Amadeo affinò il suo fiuto con gli studi di economia e commercio, senza mai smettere di lavorare e ampliare l’azienda agricola della famiglia grazie alle sue conoscenze e capacità . A vent’anni Amadeo Peter Giannini era uno dei giovani più affermati e ammirati della comunità italiana di San Fancisco e nel 1892, a ventidue anni, sposa Clorinda Flores Cuneo, figlia di uno dei più ricchi italo-americani.
Come racconta su Cartamonetaitaliana.com il Prof. Guido Crapanzano, autore del libro ‘Amadeo Peter Giannini, il banchiere che investiva nel futuro’, nel 1901 arrivò a pensare che non valeva la pena continuare a lavorare per diventare ancora più ricco, e con una decisione più unica che rara, vende metà della sua azienda ai dipendenti che lo avrebbero pagato con i futuri guadagni; una scelta che gli consentiva comunque un reddito, ma anche di guardare… ‘oltre’. I numerosi scritti dedicati alla sua vita, riportano spesso che a trentatré anni, un anno prima di fondare la Bank of Italy, aveva elaborato una sua teoria sul denaro: ‘Non voglio diventare troppo ricco, perché nessun ricco possiede la ricchezza, ma ne è posseduto’.
Rimanendo sempre fedele a questa convinzione, il 17 ottobre 1904 fonda, come accennato, la Bank of Italy, divenuta in seguito Bank of America, realtà che, grazie anche a prestigiose ‘alleanze’ finanziarie, nel 1945 si impone come la prima Banca nel mondo.
Il suo sogno era quello di una banca aperta, in particolare, ai numerosi emigrati che arrivavano in California con pochissimi mezzi ma con tanta voglia di costruire, a costo di duri sacrifici, il proprio futuro. Persone cui spesso, altre banche non permettevano neanche di entrare. E forse, creare la Banca d’Italia, fu una scelta dettata anche dalla consapevolezza che, come era accaduto alla sua famiglia, a quegli italiani ricchi solo di forza di volontà e intraprendenza, andava offerta un’opportunità . E per far conoscere la sua banca, Giannini, grazie alla fama e al rispetto che già aveva conquistato tra i nostri connazionali, non esitò a visitarli direttamente nelle loro case per pubblicizzare i suoi servizi, a cominciare dalla riduzione del tasso che avrebbero pagato per inviare i loro risparmi alle famiglie in Italia; tasso che le altre banche volevano del 6% e che per la Banca d’Italia era il 2%!
Poi, il tragico terremoto del 1906 segna ulteriormente la sua vita: in una San Francisco distrutta, in preda anche agli incendi, Giannini, in mezzo alle ‘macerie’, portò ai tanti rimasti senza nulla, un’opportunità per ricominciare, un miraggio. Gli bastò un piccolo tavolo e l’insegna ‘Banca d’Italia: aperto ai clienti’ per offrire prestiti ‘come prima e più di prima’. Fa quasi tenerezza, suscita emozione scoprire che Giannini accordò prestiti con in cambio nessuna garanzia, se non un foglietto con su un nome, spesso una croce, di coloro che, grazie a quei soldi, potevano ricominciare a costruire, a vivere.
‘Dopo due giorni di assalto – scrive il Prof. Crapanzano – lasciò la gestione della sede provvisoria ai soci e, accompagnato dal patrigno, si avventurò negli altri quartieri della città spingendo un carrettino con su una piccola cassa di banconote. Amadeo girava nelle zone devastate di San Francisco, negli accampamenti fatti di tende, offrendo prestiti senza interesse e riempiendosi le tasche con foglietti firmati da immigrati di ogni nazionalità ’. Dopo qualche settimana, appena riaprirono le altre banche, in molti prelevarono i propri risparmi per portarli a quel galantuomo di Giannini. Inoltre, molti emigranti che non erano mai entrati in una banca e conservavano i propri risparmi in oro nascosti nelle case, ora distrutte, si decisero a versarli alla Bank of Italy.
Giannini, con quel gesto, divenne l’emblema della ricostruzione di San Francisco, e non tanto per il denaro prestato, quanto per la sicurezza che trasmetteva, per l’ottimismo che ispirava e la fiducia che infondeva a coloro che avevano perso tutto’. Un grande fiuto per gli affari, ma senza mai perdere di vista l’umanità . Alla sua banca gli sportelli sono sempre stati aperti per i piccoli imprenditori, agricoltori, commercianti, artigiani, meglio ancora se di origine italiana.
Un’altra testimonianza a conferma dell’amore verso gli italiani: nel 1945, grazie al figlio Mario, riuscì ad occuparsi dei connazionali nei campi di concentramento e ad attivarsi per evitare che altri subissero la stessa sorte. E ancora di più: si accordò con Arthur Schlesinger, responsabile della gestione del Piano Marshall, per accelerare l’invio degli aiuti, e la sua banca anticipò senza interessi gli importi di tutte le spedizioni dirette in Italia contribuendo anche allo sviluppo di grandi aziende come la Fiat.
Numerosi gli altri ‘record’ che Amadeo Peter Gianni mise a segno: non solo banche, ma anche significative iniziative dedicate alla comunità intera, come la Giannini Foundation of Agricultural Economics (1930) e la Giannini Family Foundation, nata nel 1945 con l’obiettivo di avviare ricerche nel campo della medicina.
Ma la biografia di Giannini è ancora ricca di sorprese… favolose. Grazie alla sua banca, l’industria cinematografica americana riuscì a svilupparsi e a imporsi sul mercato mondiale. A finanziare i primi film dei grandi miti del cinema, come Walt Disney (Biancaneve e i setti nani), Charlie Chaplin (Il monello) e Frank Capra, proprio Giannini: ‘Amava solo alcuni autori che attraverso i film raccontavano favole che miglioravano la gente. Egli diceva – ricorda il Prof. Crapanzano – che le favole, o le parabole, oggi potremmo dire le fiction, erano lo strumento privilegiato per trasmettere i valori della tradizione alle nuove generazioni’. E vista la profonda amicizia con Giannini, azzardiamo un’ipotesi: anche se tratto da un racconto, non sarà stato forse proprio Amadeo ad ispirare Capra per il film ‘La vita è meravigliosa’? Sono tante le similitudini con la storia di Giannini, senza dimenticare che il protagonista viene aiutato a ricominciare proprio grazie ai prestiti degli amici.
Nel 1931 Amadeo Giannini affrontò una prova durissima: venne colpito dalla poliomielite, ma riuscì a superare sia la malattia sia gli assalti dei colleghi-sciacalli. Ne uscì vittorioso e subito pronto a finanziare altri sogni. Come quello di Joseph Strass, progettista del Golden Gate. A Giannini non interessava conoscere l’entità della somma necessaria, ma solo quanto il ponte avrebbe resistito al tempo: il ‘per sempre’ come risposta di Strass, a lui basta, e nel 1932 finanzia, con 6 milioni di dollari (senza chiedere interessi), quest’altra grandiosa opera.
Amadeo Peter Giannini, il banchiere che riuscì a finanziare i sogni anche di migliaia di emigrati, muore a 79 anni, il 3 giugno 1949.