Roma, 13 mag. (askanews) – Da settimane pediatri e specialisti di vari Paesi nel mondo si chiedono se ci sia un collegamento diretto tra l’aumento di ricoveri per sindromi infiammatorie multisistemiche nei bambini e la pandemia di coronavirus. I primi casi sono stati registrati in Italia, Spagna e Regno Unito e nelle ultime settimane anche a New York e in altre parti degli Stati Uniti, con una crescita costante che allarma. E oggi il Centro Usa per il controllo e la prevenzione delle malattie, il Cdc, ha fatto sapere di essere pronto a emettere un’allerta per medici e pediatri affinché prestino particolare attenzione a possibili sindromi infiammatorie di questo tipo collegate con infezioni da coronavirus e le segnalino.
L’allerta verrà pubblicata nell’Health Alert Network (HAN) e visibile a migliaia di pediatri e medici in tutto il Paese: “Forniremo un caso di lavoro e specifiche sui sintomi”, ha spiegato il portavoce.
La sindrome, assimilabile in parte con la malattia di Kawasaki e agli shock tossici, causa febbre alta, riduzione della funzionalità di diversi organi, infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni e dolori addominali. Casi di questo tipo sono stati registrati nel Regno Unito, in Italia (soprattutto nella provincia di Bergamo con una ventina di casi), in Spagna e negli Stati Uniti, in particolare a New York.
Non esistono attualmente evidenze scientifiche di un collegamento diretto tra il Covid-19 e la sindrome in questione, ma il timore è che l’aumento dei casi di bambini ricoverati con questi sintomi sia direttamente riconducibile alle infezioni da coronavirus.
Negli Usa il Cdc chiederà ai medici di segnalare i possibili casi di sindrome infiammatoria multisistemica. E lo stesso Cdc è al lavoro con epidemiologi e specialisti per dare una definizione di questa sindrome.
L’accelerazione negli Stati Uniti è legata all’aumento dei casi nelle ultime settimane, passati da poco più di 20 a 100 soltanto a New York. La maggioranza riguarda bambini tra i cinque e i nove anni. La scorsa settimana il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo ha annunciato che tre bambini – di cinque, sette anni e 18 mesi – sono morti in seguito ai sintomi registrati come sindrome infiammatoria. In Kentucky si contano due pazienti con “collasso cardiovascolare o respiratorio” che hanno avuto bisogno del supporto dei ventilatori.
Molti dei sintomi di questa sindrome sono uguali a quelli della malattia di Kawasaki, una patologia rara che è caratterizzata da una vasculite sistemica, cioè da un’infiammazione dei vasi sanguigni, e che in Europa colpisce un bambino di età inferiore ai cinque anni ogni 6.500-20.500. I sintomi principali sono febbre alta, eritema ed edema a mani e piedi, eruzione cutanea, congiuntivite e ingrossamento delle ghiandole linfatiche e in alcuni casi con aneurismi delle arterie coronariche, che possono portare a infarto del miocardio. Cosa scatena la malattia ancora non è noto, ma secondo gli esperti potrebbe essere una risposta del sistema immunitario a una carica virale.
La malattia si cura con una somministrazione massiccia di immunoglobuline. Si teme quindi che la carica infettiva del Covid-19 sia la causa di questa risposta aggressiva del sistema immunutario.