Roma, 17 mar. (askanews) – Un nuovo studio effettuato da studiosi in Cina, Gran Bretagna, Usa e Hong Kong ha confermato che il principale vettore da contagio da nuovo coronavirirus, nella prima ondata dell’epidemia in Cina, è stato rappresentato dai casi di asintomatici o persone con lievi sintomi che non sono stati sottoposti a test.
La ricerca – pubblicata su Science Magazine – conferma anche quanto rilevato in una ricerca effettuata sul contagio avvenuto in Italia a Vo’ Euganeo
Secondo i risultati dell’analisi affettuata dal team internazionale, un 86 per cento delle infezioni in Cina non è stato documentato nelle due settimane precedenti il lockdown della città di Wuhan, epicentro della pandemia, deciso il 23 gennaio. Sebbene la carica virale, la capacità di contagiare nei pazienti asintomatici o con lievi sintomi sia di circa la metà di quelli con sintomi gravi, i primi sono stati fonte di infezione per il 79 per cento dei sintomatici.
“Queste infezioni non documentate, spesso hanno sintomi medi, limitati o anche assenti e quindi non vengono riconsiuti. Pertanto, sulla base della loro contaigosità e numero, possono esporre una porzione più ampia della popolazione al virus rispetto agli altri”, hanno spiegato gli speciali sti della Columbia University, dell’Università di Hong Kong, dell’Imperia College di Londra, dell’Università Tsinghua di Pechino e dell’Università della California.
“Questa alta aliquota di infezioni non documentati, molt delle quale probabilmente non gravemente sintomatiche, sembra aver facilitato la rapida diffusione del virus in Cina”.
Lo studio pubblicato da Science ha comparato le infezioni in Cina nelle due settimane prima e dopo la chiusura di Wuhan, scoprendo che il tasso di trasmissione per le infezioni non rilevate si è “sostanzialmente ridotto” dopo le restrizioni di viagigo messe in atto. Usando un modello che taglia il 98 per cento degli spostamenti dentro e fuori Wuhan e l’80 per centro dei trasferimenti tra altre città, i ricercatori hanno rilevato che il tempo tra la rilevazione della presenza virus e lo sviluppo dei primi sintomi viene ridotto da 10 a 6 giorni.
Questo fatto, secondo Lui Ruiyun, capofila dello studio e ricercatrice presso l’Imperial College, ci insegna che misure di controllo come le restrizioni viaggio, i test rapidi e la riolevazione, oltre a un comportamento protettivo, sono spesso necessari per identificare e isolare i casi non documentati e ridurre la diffusione del virus. “Gli individui con sintimi normalmente non si muovo tra le città, mentre gli asintomatici generalmente si muovono come se si fosse in situazione normale, perché i sintomi non sono gravi abbastanza per metterli in allerta e cambiare i comportamenti di viaggio”, ha spiegato.
L’altro elemento che può rallentare la trasmissione da asintomatici è fare più test e creare maggiore consapevolezza pubblica.