Roma, 27 ago. (askanews) – Il ministro del Commercio giapponese Hiroshige Seko ha confermato oggi che Tokyo andrà avanti con l’idea di revocare alla Corea del Sud lo status di partner commerciale di fiducia, una mossa che s’inquadra nel deterioramento rapido delle relazioni tra i due principali alleati degli Usa in Asia orientale.
“Noi andremo avanti col piano”, ha detto Seko. “E’ una decisione interna – ha continuato che punta a effettuare i controlli appropriati sull’export. Non vuole impattare nelle relazioni tra Giappone e Corea del Sud”.
Praticamente, Tokyo rimuoverà la Corea del Sud da una lista di 27 paesi che hanno un livello minimo di restrizioni al commercio su alcuni beni strategici, tra i quali i componenti elettronici. I paesi che non fanno parte di questa lista devono chiedere caso per caso al Ministero dell’Economia e del commercio nipponico l’autorizzazione per importare questi beni.
Per l’economia sudcoreana, che è fortemente incentrata sulla produzione di elettronica e che però è anche molto esposta all’importazione di componenti per questa produzione dal Giappone, potrebbe essere un grave colpo. Aziende cruciali come la Samsung potrebbero subire un danno grave.
La situazione nelle relazioni tra i due paesi, mai troppo rosea, è nettamente peggiorata negli ultimi tempi, dopo che un tribunale sudcoreano ha ordinato che aziende nipponiche paghino risarcimenti alle vittime del lavoro forzato in periodo tra il 1910 e il 1945, in cui la Corea fu colonia giapponese.
Tokyo dal canto suo sostiene che l’intera questione è stata regolata in sede di accordo bilaterale quando, nel 1965, si ristabilirono anche i rapporti diplomatici. Allora Tokyo – ricorda la parte nipponica – pagò 500 milioni di dollari in aiuto finanziario a Seoul.
Nel contesto di questa escalation polemica, la scorsa settimana la Corea del Sud ha deciso di non rinnovare il cruciale accordo militare GSOMIA per la condivisione delle intelligence con il Giappone, provocando così anche l’irritazione degli Stati uniti.
Oggi il primo ministro sudcoreano Lee Nak-yeon ha affermato che questa decisione potrebbe tuttavia essere riconsiderata se il Giappone cancellasse le restrizioni sul commercio.
Seko gli ha risposto affermando che la questione del commercio è su tutta un’altra dimensione rispetto a quella militare.