Roma, 15 feb. (askanews) – Il governo giapponese ha approvato oggi un progetto di legge per riconoscere gli Ainu, che vivono nel nord del paese, come popolazione “indigena” dell’Arcipelago.
Gli Ainu hanno subito politiche di assimilazione forzata per un secolo e mezzo e la legge dovrebbe garantire una serie di tutele. Attualmente gli Ainu vivono per lo più in Hokkaido, l’isola più a nord dell’Arcipelago nipponico, e sono circa 12mila persone. Le loro condizioni economiche e sociali sono considerate al di sotto della media tra i cittadini giapponesi.
“E’ importante proteggere l’onore e la dignità del popolo ainu e consegnare questi valori alla prossima generazione per realizzare una società vibrante”, ha detto il portavoce del governo Yoshihide Suga. “Oggi – ha continuato – abbiamo preso una decisione di governo su una proposta di legge che procederà con politiche per preservare l’orgoglio ainu”.
La nuova normativa, al di là del fatto nominale, darebbe maggiori diritti alle popolazioni di praticare le sue forme tradizionali di pesca. Un piccolo budget dovrebbe poi essere messo a disposizione per favorire il turismo, anche in vista delle Olimpiadi del 2020 o aiutare le comunità. Dovrebbe essere aperto inoltre un Museo nazionale e parco degli Ainu a Shiraoi, in Hokkaido.
L’ultimo secolo e mezzo di storia Ainu è stato caratterizzato da discriminazione, povertà e dalle politiche di assimilazione forzata che hanno messo a rischio la sopravvivenza stessa di questa cultura dalle origini incerte.
Le terre degli Ainu, l’Ezo (l’isola che oggi conosciamo come Hokkaido) sono diventate materialmente parte del Giappone solo con la Restaurazione Meiji (1868), che mise in pratica una politica di colonizzazione (kaitaku). Nel 1899 fu introdotta una legge che negava la peculiare cultura Ainu e avviava così politiche di assimilazione forzata. Questa norma non fu abolita fino al 1997. Ma ci sono sondaggi che rilevano ancora la percezione di una discriminazione da parte cittadini di origine Ainu.