Tripoli, 30 set. (askanews) – L’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Ghassan Salamé, si è detto scettico sulla possibilità di tenere le elezioni in dicembre, come concordato lo scorso maggio dai leader libici a Parigi. “C’è ancora molto da fare. Potrebbe non essere possibile rispettare la data del 10 dicembre”, ha detto in un’intervista alla France presse.
La “Dichiarazione politica” letta al vertice di Parigi (non firmata dal generale Khalifa Haftar, dal premier del governo di Tripoli, Fayez al Sarraj, dal presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Aquila Saleh, o da quello dell’Alto Consiglio di Stato di Tripoli, Khalid al-Mishri) prevedeva di di garantire “una base costituzionale entro il 16 settembre” e “tenere elezioni parlamentari e presidenziali il 10 dicembre”. Di fatto la prima scadenza del 16 settembre non è stata rispettata dal parlamento di Tobruk, incaricato di adottare una legge per tenere un referendum su un progetto di Costituzione. Dopo molti rinvii, la legge è stata approvata solo la scorsa settimana. “Se tutto va bene, il referendum potrebbe tenersi prima della fine dell’anno”, ha sottolineato l’inviato Onu e le elezioni essere organizzate in “tre o quattro mesi”, se lo consentiranno le condizioni di sicurezza. Ma “abbiamo ancora bisogno di una legge elettorale parlamentare e di un’altra (per le) presidenziali”.
“Possiamo tenere le elezioni nel prossimo futuro, sì, ma certamente non ora”, ha rimarcato Salamé. A complicare la situazione anche i recenti scontri a Tripoli tra milizie rivali, che hanno causato oltre 100 morti.
(fonte Afp)