Roma, 20 gen. (askanews) – Il tradizionale ordine monetario globale basato sul dollaro viene oggi rimesso in questione da due grandi manovre. Da un lato il rafforzarsi di un sistema “multipolare”, rispetto a quello globalizzato degli ultimi decenni, che ha accelerato le manovre dei giganti emergenti per “dedollarizzare” gli scambi commerciali e finanziari. Dall’altro le valute digitali ufficiali che diverse banche centrali stanno studiando potrebbero accentuare ulteriormente questo percorso. Lo sostiene l’economista di Credit Suisse, Zoltan Pozsar, in un articolo sul Financial Times intitolato “I grandi conflitti di potere mettono a rischio l’esorbitante privilegio del dollaro”. Con l’inasprirsi degli attriti Occidente-Emergenti a seguito delle sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina, Cina e India hanno iniziato a pagare per le materie prime energetiche russe nelle loro rispettive valute, il renminbi e la rupia, e al tempo stesso hanno iniziato a pagare in dinari le forniture dagli Emirati Arabi Uniti. Sono stati anche creati nuovi meccanismi di scambio valutari mentre i giganti emergenti – tradizionalmente raggruppati sotto la sigla Brics, per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – puntano a allargare la loro sfera di influenza ad altri Paesi. Questo potrebbe “far proliferare” la dedollarizzazione, dice l’economista. Intanto le valute digitali delle banche centrali allo studio potrebbero accelerare questa transizione, perché consentiranno di aumentare le interconnessioni tra le stesse banche centrali e ricreare sostanzialmente lo stesso tipo di rete che le banche hanno con il dollaro americano. Soprattutto i paesi emergenti, tramite le valute digitali delle banche centrali, assieme ad accordi di swap bilaterali potrebbero consentire alle loro banche centrali – nell’estremo Oriente e nel Sud del mondo – di funzionare come sistemi di intermediazione valutaria, senza dover utilizzare il dollaro e senza dover far ricorso ai sistemi finanziari e bancari occidentali, che siano Usa o europei. “Se si svolgesse meno commercio in dollari americani e ci fosse una riduzione sul rinnovo dei surplus in dollari, su asset di riserva tradizionali, come i titoli di Stato Usa, l’esorbitante privilegio del dollaro come valuta di riserva potrebbe finire sotto attacco”, conclude Pozsar.
L’esorbitante privilegio del dollaro rischia di finire sotto attacco
Pozsar sul FT su dedollarizzazione e valute digitali ufficiali