Roma, 10 gen. (askanews) – “Siamo di fronte a una disposizione che discrimina il nostro settore in modo diretto, ingiustificato e inspiegabile”. Lo ha detto Federico Maria Mongiello, direttore generale di Univendita, la maggiore associazione del comparto della vendita diretta a domicilio, aderente a Confcommercio, in audizione alla Camera, presso la Commissione Attività produttive, sullo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue sulla protezione dei consumatori. “Il testo dispone il prolungamento del diritto di recesso da 14 a 30 giorni per la sola vendita diretta non richiesta dal cliente, smentendo la stessa direttiva così come era stata approvata in via definitiva dal Parlamento europeo, che infatti lega tale estensione ai soli acquisti a domicilio considerati ingannevoli o alle pratiche commerciali sleali. Riteniamo infatti inaccettabile – ha spiegato Mongiello – che il diritto di ripensamento venga prolungato per la sola vendita diretta ex ante, ovvero senza accertare preliminarmente che si tratti di una vendita ingannevole o di una pratica commerciale scorretta, e non si applichi ad esempio agli acquisti tramite e-commerce, ambito in cui, già solo per una questione numerica, si registra un elevatissimo numero di truffe. Oltre al fatto che il Codice del consumo già regolamenta e sanziona in modo puntuale gli illeciti”. “Ecco perché chiediamo al Parlamento, nella sua funzione di legislatore sovrano, di aiutare il Governo a correggere la norma e a decidere in modo equanime ed equilibrato – conclude il direttore generale Univendita – così da non penalizzare un comparto che cuba una cifra vicina ai 4 miliardi di ricavi e occupa oltre 500mila persone”.
Consumatori, Univendita: Parlamento corregga su diritto recesso
Audizione alla Camera del direttore generale, Federico Maria Mongiello