Roma, 30 set. (askanews) – Nel giorno in cui l’inflazione dell’eurozona segna un nuovo massimo storico al 10%, rilanciando le istanze dei falchi che vorrebbero altri aumenti energici ai tassi di interesse della Bce, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco interviene con un monito rispetto a manovre troppo affrettate o estremistiche di politica monetaria. “L’aumento dell’inflazione è oggi accompagnato da un brusco deterioramento delle prospettive di crescita economica, che riflette la perdita di potere d’acquisto dei redditi. In questo contesto, rialzi dei tassi eccessivamente rapidi e pronunciati finirebbero per aumentare i rischi di una recessione”, ha avvertito durante un lungo e approfondito intervento sulla politica monetaria, ch ha svolto ad un convegno organizzato da Cesifin e Istituto Universitario Europeo. “Qualora il deterioramento delle prospettive economiche si rivelasse peggiore del previsto, un eccessivo anticipo nella normalizzazione dei tassi ufficiali potrebbe risultare sproporzionato”. Quindi, secondo Visco “si tratta di un rischio che merita di essere attentamente considerato”, allo stesso modo con cui si tiene presente il rischio opposto, “di lasciare che l’inflazione resti eccessivamente alta per troppo tempo”. Come tutti i governatori di banche centrali dell’eurozona, Visco siede nel consiglio direttivo della Bce. Che ha deciso un primo amento dei tassi da 50 punti base (0,50 punti percenatuali) a luglio. E un secondo maxi rialzo da 75 punti base a settembre. A più riprese vari esponenti dell’istituzione hanno affermato che bisogna portare i passi al livello di “neutralità” (senz specificare quale sia), quello che non ha effetti inflazionistici, né frenanti. E poi vedere se bisogna salire oltre per far cambiare rotta all’inflazione. Il punto, ora, è quanto rapidamente procedere. Secondo Visco sarebbe meglio muoversi con cautela. “L’elevata incertezza che circonda le prospettive economiche, tuttavia, suggerisce prudenza nel fissare il ‘ritmo’ dei rialzi dei tassi – ha detto – e sconsiglia vivamente di mirare a raggiungere un valore terminale predeterminato per i tassi ufficiali”. Desta infatti “preoccupazione il forte deterioramento delle previsioni di crescita, la cui causa ultima è costituita dallo shock energetico e dalle sue conseguenze sul potere d’acquisto dei redditi e sui profitti delle imprese”, ha proseguito il governatore. Sui tassi di interesse “non vedo comunque oggi alcuna ovvia ragione per legarci le mani con ipotesi di incrementi straordinariamente elevati, quali quelli che da alcune parti si leggono, in qualche caso estrapolando il più recente passato o l’esperienza di altri paesi. Le nostre decisioni future non potranno che seguire un approccio definito riunione dopo riunione e dipenderanno dai dati. Ciò non significa, tuttavia, che dipenderanno solo dai dati correnti, ma dovranno invece mantenere un orientamento lungimirante, basato sulle prospettive economiche a medio termine”, ha spiegato il governatore.
Visco avverte: rialzo tassi troppo rapido aggrava rischi di recessione
Incertezza suggerisce prudenza. E deterioramento economia preoccupa