Sostenibilità Milano, 17 mag. (askanews) – Il “digitale” è fisico, per nulla virtuale, ed è ad alto impatto ambientale. Non è affatto neutrale, né per le emissioni, né per lo sfruttamento delle risorse naturali, né tantomeno per la sua governance: è un'”ecosistema”, in larga parte guidato dal profitto, che consuma risorse e beni comuni, che scarica sull’ambiente tutte le esternalità prodotte da filiere diverse. Basti pensare all’obsolescenza programmata, all’inquinamento da e-waste, alla CO2 prodotta dai data center e allo sfruttamento post-coloniale delle risorse naturali come le terre rare. Contro il consumismo e lo sfruttamento digitali, Altreconomia pubblica una guida al consumo critico di tecnologie e ai comportamenti virtuosi verso le persone e l’ambiente in campo tecnologico, con contributi d’eccezione: dal padre nobile di Internet in Italia Stefano Trumpy a docenti universitari, esperti, pensatori e attivisti chi si battono per una “rete” più sociale. “Il problema che sta al cuore del digitale è che si tratta del più grande motore di consumo estremo e di sovra-produzione mai inventato.- scrive nella prefazione Gerry McGovern, tra i cinque visionari con un impatto fondamentale nello sviluppo del web – Il problema è che gli esseri umani non sono in grado di gestire quella velocità. Ci troviamo intrappolati in un mondo di pensatori a breve termine che vendono ininterrottamente desideri superficiali. Non abbiamo bisogno di muoverci così velocemente. Non ci fa bene. Non fa sicuramente bene alla vita sulla Terra”. Il mercato digitale globale, è l’analisi alla base dell’argomentazione del testo, è dominato dai cinque grandi gruppi – i GAFAM – multinazionali che fondano la propria prosperità sul monopolio di fatto, il “capitalismo della sorveglianza”, la profilazione e -non ultime- gli escamotage fiscali. Il world wide web che alla sua origine si sperava fosse l’alba di una nuova democrazia, ha in realtà generato un nuovo “capitalismo digitale”, con strutture “chiuse” e proprietarie, nuove disuguaglianze, divari digitali e forme pervasive di controllo e sfruttamento, come nel caso del lavoro governato dagli algoritmi delle piattaforme. Eppure non basta spegnere il computer o lo smartphone, anche se ogni tanto è giusto e salutare: prima bisogna capire a fondo. “Ecologia digitale” mette in guardia dal peso carbonico dei rifiuti elettronici, dei data center e degli shop online, dalle sirene dei giganti del web e dalla monetizzazione del nostro tempo, dalle contraddizioni della gig economy e dall’ambiguità nel rapporto tra piattaforme digitali e politica. E spiega con interventi autorevoli e un linguaggio comprensibile a tutti come e perché è necessaria una vera “transizione digitale”, parallela a quella ecologica, che si prefigga obiettivi di giustizia sociale e ambientale. Le alternative sostenibili esistono. “Questo libro è una vera e propria guida al consumo critico di tecnologie” afferma nel suo intervento Carlo Gubitosa. I social network si possono trasformare in reti sociali, si possono progettare soluzioni web a basso impatto, è possibile promuovere il diritto alla riparazione dei nostri device, e considerare i “dati” dei beni comuni. “Che cosa si deve fare per rendere il digitale più sostenibile? -scrive ancora McGovern. E gli esempi proposti nella guida indicano alcune delle molteplici soluzioni: dall’uso dell design per ridurre il consumo, al cambiamento dei comportamenti di iper-consumo, dal calcolare i costi reali e complessivi, e cioè il costo per l’ecosistema, all’ascoltare le voci di chi subisce direttamente le conseguenze del prodotto, servizio o processo. “Ecologia digitale” è un’idea dei soci dell’editore Altreconomia, un’opera a più voci e partecipata. Gli auitori sono docenti universitari, studiosi, attivisti, esperti di tecnologia, imprenditori green, giornalisti: Gerry McGovern, Carlo Gubitosa, Francesco Cara, Giuseppe Palazzo, Alberto Prina Cerai, Alessandro Cillario, Stefano Onofri, Giacomo Venezia, Stefana Broadbent, Dario Pizzul, Stefano Trumpy, Tommaso Goisis, Stefania Paolazzi, Maurizio Napolitano, Giulia Monteleone, Matteo Spini, Nicola Bonotto, Savino Curci, Antonio Alessio Di Pinto, Gauthier Roussilhe, Massimo Acanfora, Duccio Facchini, Andrea Siccardo, Marianna Usuelli, Stefano Zoja. “Ecologia digitale. Per una tecnologia al servizio di persone, società e ambiente” – questo il titolo compoleto del volume edito da Altraeconomia (ISBN 9788865164464, 16 euro) – può essere acquistato in libreria, nelle botteghe del Commercio Equo e dal sito altreconomia.it
Bit poco sostenibili: guida al consumo critico del digitale
Testo a più voci sul più grande sistema di sovraproduzione della storia