Bce mantiene la rotta: normalizzazione e stop Qe nel III trimestre

Lagarde: contro gli spread useremo flessibilità su rinnovi titoli

APR 14, 2022 -

Bce Roma, 14 apr. (askanews) – La Banca centrale europea ha mantenuto l’impostazione della sua strategia di “normalizzazione” della politica monetaria. Ha innanzitutto confermato il piano di graduale riduzione sugli acquisti netti di titoli, con il rimanente programma App, e cementato l’aspettativa della conclusione di queste operazioni nel terzo trimestre. E già su quest’ultimo elemento si è lasciata aperta una discreta “opzionalità”: la tempistica effettiva dello stop “potrebbe essere all’inizio o più avanti: un trimestre dura tre mesi”, ha spiegato la presidente Christine Lagarde, nella conferenza stampa al termine del consiglio direttivo. La decisione dovrebbe essere presa al Consiglio del 9 giugno, sulla base delle prossime previsioni economiche dei tecnici. Lagarde era collegata da casa in quanto ancora positiva al Covid. Aveva dato notizia del suo contagio lo scorso 7 aprile, è apparsa in buone condizioni, con qualche sporadico colpo di tosse. Un altro degli elementi più attesi, oggi, riguardava il cosa intenda fare la Bce per evitare che con lo stop definitivo al quantitative easing si riallarghino gli spread, i differenziali di rendimento tra titoli di Stato. Su questo la parola chiave è “flessibilità”: Lagarde ha sottolineato che il Consiglio ha voluto rafforzare l’enfasi posta su questo aspetto nella conduzione della politica monetaria. In termini pratici, significa che si potranno modulare e concentrare gli acquisti di titoli – per il rinnovo degli enormi stock accumulati negli anni passati – allo scopo di contenere i differenziali dei tassi su questo o quel Paese. “Negli ultimi due anni la fessibilità ci è servita tanto”, ha ricordato la presidente. Ma “non ho annunciato nessun nuovo strumento”, ha precisato riguardo a alcune ipotesi di stampa che avevano preceduto la riunione. L’istituzione, quindi, non mostra variazioni di rilievo nella sua linea relativamente moderata di risposta all’alta inflazione, che pure non accenna a calmarsi, anzi rischia di peggiorare con la guerra in Ucraina e le sanzioni e la Russia. E questo è stato interpretato dagli analisti generalmente come un segnale morbido, dato che non si escludeva che la Bce potesse nuovamente accelerare il percorso di normalizzazione. Sui mercati la reazione è stata composita. Le borse europee hanno mostrato lievi miglioramenti e chiuso in rialzo. Sui titoli di Stato, invece, si sono viste vendite che hanno portato a speculari rialzi dei tassi. L’euro, infine, che prima del Consiglio Bce era in lieve rialzo, ha bruscamente invertito la rotta con ribassi sempre più netti, fino a riportarsi sui minimi dal marzo del 2020, con un minimo a 1,0757 dollari, quando i primi lockdown decisi dai governi a motivo del Covid avevano causato crolli massicci delle economie. Successivamente la valuta condivisa ha ritracciato sopra 1,08. Sui futuri rialzi dei tassi, poi, l’opzionalità che la Bce si lascia è ancora più marcata. Il Consiglio ha ribadito che eventuali mosse arriveranno “un po’ di tempo dopo” lo stop agli acquisti netti di titoli con l’App. La stessa Lagarde ha ripetuto che questa formula potrebbe significare “una settimana così come diversi mesi”. “Ci occuperemo dei tassi quando sarà il momento”, ha chiosato. Intanto tutti i livelli di riferimento sono stati confermati: zero sulle operazioni di rifinanziamento principali, 0,25% sulle operazioni di rifinanziamento marginale e meno 0,50% sui depositi delle banche commerciali presso la banca centrale stessa. Lagarde è stata poi interpellata su temi di attualità, tra cui l’ipotesi che venga chiamata a fare il ministro o il premier dopo le prossime presidenziali in Francia, su cui ha risposto con una battuta: “mi va via la voce”. Sull’ipotesi di una messa al bando di gas e petrolio dalla Russia, “ovviamente avrebbe un impatto significativo, bisogna valutare attentamente qualunque rischio del genere” e “sappiamo che alcuni paesi Ue sarebbero più colpiti” ha risposto. E poi è tornata a parlare in generale delle conseguenze della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro Mosca. “Pesano considerevolmente sulla fiducia delle imprese e dei consumatori. Le turbative nell’interscambio determinano nuove carenze di materiali e input. L’inflazione – ha rilevato – è aumentata in misura significativa e rimarrà elevata nei prossimi mesi, soprattutto a causa del forte incremento dei costi dell’energia”. E su questo Lagarde ha promesso un “attento monitoraggio”, per valutare le prospettive del caro vita. Un aspetto molto sotto osservazione qui – su cui l’eurozona si differenzia dagli Usa e che spiega anche la diversa risposta monetaria: la Federal Reserve sta procedendo risolutamente con una manovra restrittiva mentre la Bce si limita a “normalizzare” la linea, come dice Lagarde – è quello dei salari. Più persiste l’alta inflazione, maggiore è il rischio che scatti una corsa al recupero sulle buste paga che potrebbe dare vita a una spirale prezzi-salari destabilizzante, su cui anche la Bce sarebbe costretta a intervenire in maniera più risoluta. La prossima settimana questi aspetti saranno tra quelli esaminati alle assemblee primaverili di Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale. Durante le quali si svolgerà anche un G20 delle finanze al quale si profila un quadro sconfortante sulla cooperazione internazionale, data la spaccatura tra Usa e Ue, da una parte, e Cina, India e altri emergenti dall’altra sulle sanzioni contro la Russia. Di Roberto Vozzi.