Covid Roma, 29 mar. (askanews) – Una richiesta di prestito su otto riguarda la cessione del quinto. La pandemia, con i suoi risvolti economici, ha portato le famiglie italiane a rifugiarsi in questa formula: “Abbiamo notato che la Crif, ovvero la Centrale Rischi Intermediazione Finanziaria, è diventata ormai uno spauracchio per gli italiani. Il ritardo nel pagamento di una rata, cosa comune in questa fase storica, impedisce spesso l’ottenimento di liquidità. La cessione del quinto è d’aiuto perché si basa su meccanismi diversi: la rata è trattenuta automaticamente dallo stipendio o dalla pensione”. Lo afferma Corrado Fera, direttore generale di Soluzione Prestito, che secondo quanto riporta un comunicato in una indagine del suo Osservatorio ha tracciato l’identikit di chi ricorre a questo strumento finanziario. “Il 34,3% di chi chiede la cessione del quinto – afferma Fera – vive al Nord e, in particolare, nelle regioni orientali. Il 33,5% vive nel Centro-Italia, mentre è del Sud, isole comprese, il restante 32,2%. Percentuali che sono in linea con le nostre aspettative. La cessione del quinto è uno strumento che si rivolge, in particolare, ai pensionati, dipendenti pubblici e privati, un rapporto, a tempo indeterminato, che ovviamente nel Meridione non è sempre possibile”. Del Nord-Est, uomo, età media 52 anni, questa in linea generale la figura che si rivolge ai consulenti del credito per ottenere un supporto economico: “Prestiti che ultimamente – prosegue – purtroppo sono necessari per pagare bollette arretrate, rate del mutuo e per acquistare l’auto con rateizzazione decennale, non per investimenti pianificati come normalmente avviene. Gli italiani insomma hanno bisogno di liquidità e trovano nella cessione del quinto un aiuto con diverse garanzie”. Tra queste l’ottenimento della somma di denaro richiesta con un piano d’ammortamento a lungo termine e la presenza di un’assicurazione. “È prevista per legge – dice ancora Fera – e, con essa, si gestisce il rischio vita e il rischio impiego, ovvero si occupa di rimborsare il prestito in caso di licenziamento o in caso di premorienza. In quest’ultimo caso si evita inoltre che il debito scaturito dal prestito ricada sulle spalle degli eredi. Non è inoltre da sottovalutare la rapidità dell’intero processo: adesso grazie alla diffusione, ormai capillare, della firma digitale e dello Spid l’ottenimento del finanziamento diventa ancora più veloce”. Soluzione Prestito nasce nel 2020, in piena pandemia, e già conta quasi 200 dipendenti e 14 filiali su tutto il territorio italiano. Ma, visti i numeri e la tendenza in crescita “abbiamo in programma – conclude Fera – di continuare ad espandere il personale e l’area di interesse fino a 22 filiali e 300 dipendenti entro la fine del 2022”.
Soluzione Prestito: una richiesta su 8 riguarda cessione del quinto
Soprattutto pensionati, dipendenti pubblici e privati