Clima, ecco la maxi riforma Ue per tagliare CO2 del 55% entro 2030

Le 12 proposte del pacchetto "Fit for 55" in arrivo il 14 luglio

LUG 5, 2021 -

Ue Bruxelles, 5 lug. (askanews) – La Commissione europea presenterà la settimana prossima, mercoledì 14 luglio, un complesso pacchetto legislativo con una dozzina di direttive, regolamenti e altre iniziative, riguardanti tutti i settori dell’economia chiamati a contribuire al nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti dell’Ue del 55% (invece che del 40% previsto in precedenza) entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Le decisioni finali saranno prese dal collegio dei commissari, e alcuni punti potrebbero essere modificati, ma è già possibile tracciare una prima veduta d’insieme delle proposte che saranno varate dalla Commissione. Il pacchetto, chiamato “Fit for 55”, conterrà innanzitutto una riforma dell’Ets (“Emission Trade System”), il mercato delle quote di emissione, che è in vigore già da 15 anni e si è dimostrato molto efficace per ridurre i gas serra in particolare negli ultimi cinque anni, ma che finora è stato applicato solo al settore energetico e a una parte degli impianti industriali. La riforma includerà nell’Ets il settore marittimo e, con un sistema separato (che dipende dall’esito di una iniziativa internazionale per la quale sono in corso i negoziati), all’aviazione civile. Un nuovo sistema Ets complementare sarà poi creato per quanto riguarda il settore dei trasporti su strada (in particolare per i carburanti), e quello dell’edilizia. Un altro adattamento importante riguarderà il regolamento sul cosiddetto “Effort Sharing”, la condivisione dello sforzo di abbattimento delle emissioni non coperte dall’Ets, che stabilisce degli obiettivi nazionali di riduzione per ciascuno Stato membro. Rispetto a oggi, questi obiettivi dovranno essere più ambiziosi, di circa un 10%, per contribuire all’obiettivo complessivo del 55% dell’Ue entro il 2030. In campo energetico, la Commissione proporrà una nuova direttiva per la promozione delle fonti rinnovabili. L’obiettivo è di aumentarne al 38-40% la quota complessiva di rinnovabili nel consumo finale lordo di energia dell’Unione nel 2030 (l’obiettivo finora era del 32%). Un’altra direttiva modificherà in modo sostanziale l’attuale quadro Ue per la tassazione dell’energia, ricalibrando l’imposizione in modo che non sovvenzioni di fatto i combustibili fossili a scapito delle rinnovabili, come avviene oggi. La revisione farà del contenuto energetico dei combustibili, invece che del loro volume, la base della tassazione. Il pacchetto conterrà anche una direttiva sull’efficienza energetica, che dovrà aumentare del 36-37 per cento nel 2030 (invece che del 32% precedentemente stabilito). L’obiettivo sarà vincolante a livello Ue. Una nuova direttiva riguarderà lo sviluppo delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici e per il rifornimento dei carburanti alternativi, mentre due altre iniziative separate, chiamate entrambe “Refuel EU”, introdurranno un obbligo di ridurre il contenuto di CO2, attraverso delle miscele, nei carburanti per il trasporto aereo e per quello marittimo. Le navi che entreranno nei porti europei, in particolare, dovranno rispettare degli indicatori (“benchmark”) riguardanti la composizione del carburante impiegato. Verranno fissati anche nuovi e più stringenti parametri nelle norme sulle emissioni di autovetture e furgoncini. E potrebbe anche essere fissata una data oltra la quale non sarà più possibile immettere sul mercato veicoli che non siano a zero emissioni. Uno degli elementi più controversi del pacchetto sarà senz’altro il regolamento sul progetto che era noto impropriamente come “carbon tax alle frontiere”, e che è stato ribattezzato Cbam (“Carbon border adjustment mechanism”). Si tratta di un meccanismo che sottoporrà a dei “dazi climatici” le importazioni di alcuni prodotti (ferro, acciaio, alluminio, energia, cemento e fertilizzanti) provenienti da paesi terzi in cui non vi sono sistemi equivalenti all’Ets europeo per la riduzione delle emissioni di CO2 durante la produzione. Il Cbam sarà introdotto gradualmente, mentre in parallelo verrà gradualmente abolito l’attuale meccanismo di permessi gratuiti di emissioni di CO2 per alcuni settori europei ad alta intensità energetica. Resta da vedere come la Commissione riuscirà a rendere il Cbam compatibile con le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), prevenendo i ricorsi dei paesi terzi che si vedranno penalizzati da questi “dazi climatici”. Infine, il pacchetto prevede un regolamento sui cosiddetti “pozzi di assorbimento del carbonio”, ovvero le attività agricole e forestali; vi saranno degli obiettivi precisi riguardanti, fra l’altro, la riforestazione.