Milano, 16 feb. (askanews) – Il Covid-19 fa frenare il mercato italiano dei droni: dopo la crescita registrata nel 2019 (+17% sul 2018), nell’anno della pandemia il mercato professionale dei droni (B2b e B2g) si ferma a 73 milioni di euro di valore, in calo del 38% rispetto ai 117 milioni del 2019. E’ quanto emerge dall’osservatorio Droni della School of Management del Politecnico di Milano. Quasi la metà delle imprese del settore intervistate ha potuto svolgere solo una piccola parte delle attività quotidiane (48%) e una su cinque è stata costretta a chiudere (21%).
I progetti di applicazione industriale di droni censiti da fonti secondarie, 199 nel 2020, sono diminuiti del 20% rispetto all’anno precedente, addirittura del 50% nel caso delle sperimentazioni e dei progetti operativi. Tuttavia l’80% delle imprese dell’offerta confida in una robusta crescita del mercato nei prossimi tre anni e il 50% inizia a percepirlo come un mercato di massa.
Una spinta arriverà dall’evoluzione normativa, con il nuovo Regolamento Europeo Droni, in vigore dal 31 dicembre 2020, accolto favorevolmente dal 60% delle imprese per il suo impatto positivo dal punto di vista commerciale e industriale. E un ulteriore impulso verrà dato dall’ingresso di nuovi attori nel settore, che è continuato anche nel 2020.
“Il 2020 è stato un anno difficile per un mercato ancora emergente, composto prevalentemente da startup e piccole imprese e già messo alla prova dalle variazioni normative e dalla mancanza di una piena consapevolezza dei vantaggi di questa tecnologia”, ha detto Marco Lovera, Responsabile Scientifico dell’osservatorio Droni. “Il settore – ha aggiunto – non ha subito danni irreversibili e le prospettive future sembrano molto positive. L’evoluzione che ci aspettiamo nei prossimi anni passerà attraverso la concentrazione del mercato, l’ingresso di imprese da settori attigui e l’apertura ai mercati internazionali. Per farsi trovare preparate le imprese dovranno stringere collaborazioni con altre organizzazioni e fare sistema attorno a innovazioni tecnologiche e applicative”.
L’emergenza sanitaria ha messo in luce le potenzialità della tecnologia. L’osservatorio ha censito oltre 60 progetti a livello internazionale nati come risposta all’emergenza, di cui il 70% promossi da pubbliche amministrazioni. Il 37% di queste iniziative è dedicato al monitoraggio della popolazione, il 25% alla consegna di materiale medico urgente di dispositivi di protezione individuale, il 17% si concentra sulla comunicazione delle linee guida per il distanziamento sociale.
“L’emergenza Covid-19 ha portato molti enti regolatori a derogare alle normative vigenti snellendo gli iter autorizzativi e concedendo deleghe agli attori locali per far fronte velocemente alle esigenze dei propri territori – ha aggiunto Paola Olivares, direttrice dell’osservatorio – Per poter dare ulteriore impulso alle applicazioni sarà necessario riconciliare la discontinuità creata dall’apertura ad attività locali e creare ecosistemi capaci di mettere in campo tutte le competenze necessarie per spingere il settore verso una maggiore crescita”.