Bruxelles, 21 gen. (askanews) – “Finora sono 16-17 gli Stati membri dell’Ue che hanno presentato dei veri e propri ‘draft’ dei loro piani” nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr), mentre “altri 10 paesi hanno presentato solo dei componenti oppure sono ancora in discussioni preliminari, senza aver presentato nulla”.
Lo ha detto oggi il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, durante una intervista in videoconferenza organizzata dalla Reuters, facendo capire più tardi che fra i nuovi progetti dei piani nazionali informalmente sottoposti alla Commissione c’è anche quello dell’Italia.
In queste settimane, ha riferito il commissario, “stiamo discutendo con i 17 Stati membri che hanno già presentato le loro bozze dei piani, non solo con l’Italia, ma anche con gli altri 15 Stati che hanno già presentato le loro bozze di progetti (‘draft proposals’, ndr)”.
Fonti della Commissione hanno confermato nel pomeriggio che la bozza del piano nazionale italiano è arrivata a Bruxelles “questa settimana”. Oltre all’Italia, negli ultimi giorni altri si sono aggiunti altri cinque o sei paesi, perché durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Ecofin di martedì 19 gennaio, il vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis, aveva detto che le bozze dei piani nazionali presentate informalmente erano 11.
“Il primo problema – ha spiegato Gentiloni – è che stiamo lavorando a velocità diverse in questa preparazione: abbiamo diversi problemi con alcuni paesi che sono indietro rispetto al resto del gruppo”.
Dopo aver ribadito che il successo del piano nazionale italiano è “molto importante” per il successo dell’interno piano di Recovery europeo, il “Next Generation EU”, perché l’Italia ne è il primo beneficiario, il commissario ha aggiunto che le autorità italiane, “sono consapevoli della necessità di rafforzare la proposta che abbiamo finora”.
“In particolare – ha continuato Gentiloni – servono due cose: una è avere chiari messaggi sulle riforme, in modo che siano collegate alle raccomandazioni specifiche per paese che la Commissione ha emesso nel 2019; e la seconda è che abbiamo bisogno di dettagli sul timing, sui progetti, sugli obiettivi. E’ un grosso sforzo di governance, lo so, è un grosso sforzo seguire le nostre linee guida, i nostri ‘template’ etc. Ma è una sfida così importante che per garantirne il successo vale la pena di fare questo tipo di lavoro”.
Più in generale, “la Commissione è interessata ad avere chiarezza sul calendario (‘timetable’, ndr) e gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Ciò che è necessario da parte degli Stati membri – ha precisato il commissario – è la chiarezza sul fatto che questa è una forma peculiare di denaro europeo”, e che “dopo il primo esborso del 13% del prefinanziamento, due volte all’anno ci saranno esborsi condizionati al fatto che alcuni obiettivi siano raggiunti nei tempi concordati. E se questi obiettivi non sono raggiunti – ha avvertito -, c’è il rischio che l’esborso non arrivi. Questo è ciò che stiamo discutendo in queste settimane con i 17 stati membri che hanno ho già presentato i progetti” dei piani nazionali “e non solo con l’Italia”, ha concluso Gentiloni.
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