Genova, 9 dic. (askanews) – L’European Research Council ha premiato con un finanziamento di 2 milioni di euro i ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia Barbara Mazzolai e Andrea Toma per i loro progetti che hanno al centro la sostenibilità ambientale attraverso lo sviluppo di tecnologie ispirate al mondo delle piante. In particolare le ricerche hanno come oggetto: un nuovo modello di robot pianta munito di intelligenza artificiale in grado di avere un comportamento collettivo, per monitorare la salute del sottosuolo; e una nuova generazione di dispositivi nanotecnologici per l’immagazzinamento dell’energia solare in idrogeno.
I finanziamenti -“Consolidator grant”- assegnati dall’ERC sono dedicati a ricercatori con almeno sette anni di esperienza dopo il dottorato, e puntato a consolidare la loro attività scientifica su progetti di eccellenza. L’investimento europeo complessivo è di 655 milioni di euro, nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020, e interessa 327 ricercatori in tutta Europa, di 39 nazionalità diverse, i quali condurranno i loro progetti in 23 Paesi distinti.
Primi in classifica per il numero di grant ottenuti sono i ricercatori di nazionalità italiana, con un totale di 47 scienziati e scienziate dislocati nei laboratori europei, davanti a nazionalità solitamente più rappresentate come i tedeschi e i francesi, i quali però si confermano i Paesi con un maggiore numero di ricercatori ospitati al loro interno (50 in Germania, 34 in Francia). L’Italia si posiziona al 9° posto, con soli 17 ricercatori che svolgeranno le loro ricerche nei laboratori nazionali, rappresentati da 14 istituti ospitanti, tra cui l’IIT, che si è aggiudicata 2 nuovi Consolidator grants.
Il portafoglio di progetti ERC di IIT – ottenuti a partire dal 2009 – raggiunge così il totale di 48, ottenuti da 38 ricercatori, di cui 15 donne, confermando la capacità di IIT di attrarre in Italia fondi e scienziati per progetti all’avanguardia, promuovendo anche l’uguaglianza di genere.
Barbara Mazzolai è responsabile del Center for Micro-Bio Robotics di IIT a Pontedera (Pisa); è stata coordinatrice del progetto che ha dato vita al primo robot pianta al mondo, il Plantoide, che può essere utilizzato per il monitoraggio degli inquinanti nel suolo. Nell’ambito del progetto europeo FET GrowBot, Mazzolai sta studiando le piante rampicanti con l’obiettivo di creare robot in grado di arrampicarsi e adattarsi all’ambiente circostante, in modo che in futuro possano integrarsi come sensori nelle smart cities. Il suo nuovo progetto finanziato dall’ERC, dal titolo I-Wood, ha a cuore la salute dell’ecosistema sotterraneo degli esseri vegetali, in particolare della rete nota con il nome di wood wide web. La wood wide web, ovvero rete micorrizica, è una rete di comunicazione e di recupero delle sostanze nutritive presente tra le radici, in cui i funghi giocano un ruolo chiave. I funghi, infatti, si attaccano alle radici e agiscono da connettori tra le diverse piante, rappresentando una sorta di intelligenza aggiuntiva e collettiva. Mazzolai studierà i meccanismi che sono alla base dell’interazione tra le piante e i funghi all’interno di tale rete, in modo da sviluppare un nuovo modello di robot pianta munito di Intelligenza Artificiale, così che sia in grado di esplorare il suolo e di implementare i comportamenti collettivi delle piante. Gli I-Wood robots saranno utilizzabili per monitorare il benessere del sottosuolo minacciato dalle conseguenze del riscaldamento globale.
Ispirato ai processi naturali di fotosintesi è, invece, il progetto di Andrea Toma, finalizzato alla creazione di nuove tecnologie per catturare e convertire la luce solare in idrogeno come fonte di energia sostenibile. Toma è coordinatore della Clean Room Facility dell’IIT a Genova, ed è tra i primi ricercatori arrivati nella sede genovese qualche anno dopo la fondazione di IIT. Con una laurea in Fisica e un dottorato in Scienze dei Materiali conseguiti a Genova, Toma è un esperto della fabbricazione di nuovi materiali e architetture di dimensioni nanometriche. É stato Visiting Scientist della Chinese Academy of Sciences e fa parte del consiglio di valutazione della Molecular Foundry – Lawrence Berkeley National Laboratory in Usa. Il progetto finanziato da ERC, dal titolo REPLY (REshaping Photocatalysis via Light-Matter hYbridization in Plasmonic Nanocavities) ha l’obiettivo di realizzare una nuova tecnologia in grado di sfruttare la fotocatalisi per generare energia rinnovabile a partire dalla scissione dell’acqua. I nuovi dispositivi saranno costituiti da nanomateriali ibridi metallo-semiconduttore e sfrutteranno in modo molto efficiente la luce solare per aprire nuove prospettive nella produzione di idrogeno. (nella foto: Barbara Mazzolai, responsabile del Center for Micro-Bio Robotics di IIT a Pontedera)