Roma, 30 giu. (askanews) – Per l’Eni ora “ci sarà un’accelerazione del piano di transizione energetica, un piano di trasformazione che coinvolge tutti i nostri asset, dalla chimica alle raffinerie, delle quali due le abbiamo già trasformate in bioraffinerie”. Lo ha affermato l’amministratore delegato Claudio Descalzi, secondo cui “questo piano dovrà essere accelerato, anche perchè dobbiamo allontanarci dalle fluttuazioni di un mercato altamente volatile, e non a causa del Covid, che ha solo enfatizzato una volatilità che durava da anni”.
“Per noi – ha sottolineato l’ad ai microfoni di Sky Tg24 – accelerare la trasformazione è un’opportunità e un’urgenza, con l’obiettivo di ridurre le emissioni in linea con l’obiettivo di temperatura (climatica) della Cop21”.
A livello di scenario “siamo in presenza di diversi fatti: il Covid, l’andamento dei prezzi e dei consumi, le situazioni di pressione geopolitica come quelle libica, siriana, iraniana e mediorientale. Situazioni che c’erano già, che stanno proseguendo e talvolta trovano nuovi assetti con nuovi attori che entrano”.
Molti paesi produttori di petrolio e gas “vivono di risorse energetiche e già da sei anni erano sotto pressione, prima di cadere nella situazione attuale. La struttura industriale in questi paesi dovrà assolutamente cambiare, ci dovrà essere una diversificazione. Una diversificazione che per molti di questi paesi significa autosufficienza in settori come l’alimentare, l’agricolo, il farmaceutico o la stessa energia”.
“Le politiche industriali di diversificazione – ha aggiunto Descalzi – dal punto di vista delle tecnologie, della comunicazione, dei rapporti tra centri di ricerca e università, portano una necessaria globalizzazione. Il Covid ha accentuato la trasformazione futura di alcuni sistemi, e non solo nei paesi in via di sviluppo”.
Glv