Roma, 3 mag. (askanews) – Nell’ultimo anno l’agricoltura 4.0 è cresciuta del 22 per cento ed oggi vale il 5% del mercato totale. Tra gli esempi virtuosi c’è il controllo con droni e sensori dei campi o dei robot in stalla per la mungitura che consentono di proseguire da remoto le attività. Lo scrive Il Messaggero in un articolo riguardante la fase emergenziale e gli interventi per rendere più efficente il settore.
L’Italia agricola con l’11 per cento dei progetti internazionali in corso è il leader europeo nella sperimentazione della tecnologia block chain nell’agrifood – spiega ancora il quotidiano – Il 36 per cento degli agricoltori che utilizzano soluzioni smart hanno dichiarato di aver semplificato le loro attività e ridotto l’utilizzo di gasolio. Inoltre c’è stata anche una riduzione dei fertilizzanti ed antiparassitari.
Anche grandi operatori come Telecom hanno contribuito allo sviluppo del settore. Carlo Nardello, chief strategy customer experience & trasformation officer di Tim, spiega che “con lo smrtphone è possibile ottimizzare l’irrigazione grazie a soluzioni mirate come IoT Smart Farm di Tim nella quale i dati di sensori posizionati nel terreno sono combinati con i dati meteo, oppure monitorare i percorsi dei mezzi di trasporto per assicurare la qualità dei prodotti agricoli dalla produzioni fino alla destinazione. COn la block chain i consumatori dallo smartphone possono verificare l’integrità e la provenienza dei prodotti alimentari in modo da tutelare la filiera e constrastare la contraffazione”.
Nardello poi aggiunge: “Naturalmente siamo aperti alle esigenze delle aziende per creare ciò di cui hanno bisogno, supportando la trasformazione digitale anche grazie ad iniziative di formazione mirata nell’ambito del progetto ‘Operazione risorgimento digitale'”. Ad oggi le aziende che adottano soluzioni di smart farming ed all’agricoltura di precisione in Italia sono 160 su un totale mondiale di 737.