Roma, 16 apr. (askanews) – “Le misure economiche a sostegno delle imprese e delle famiglie finora adottate dal Governo si sono dimostrate insufficienti nella loro entità e, soprattutto, ancora non erogate, a causa della farraginosità delle procedure burocratiche e dei vincoli europei che ne hanno rallentato l’attivazione”. E’ quanto ha dichiarato Marco Carlomagno, Segretario generale della CSE che oggi ha riunito, in conference call, gli Uffici di staff e i responsabili dei Dipartimenti economici, fiscali e previdenziali della Confederazione, per fare il punto sulla gestione della fase 2 dell’emergenza economica a seguito della pandemia da Covid 19.
“Ancora troppe sono le risposte che bisogna dare alle imprese, agli artigiani, alle famiglie duramente colpite dall’emergenza economica. Bisogna velocizzare i pagamenti dei bonus, l’erogazione della Cassa Integrazione, adottare urgenti iniziative per sostenere il reddito delle famiglie e di chi ha perso il lavoro a seguito del blocco delle attività produttive, prevedere iniziative economiche adeguate a sostegno degli artigiani e delle piccole e medie imprese, così come dei commercianti, delle imprese legate al settore turistico e a quelle dello spettacolo”, ha proseguito Carlomagno.
Per la CSE è necessario che con il Decreto legge in predisposizione il Governo cambi passo e metta insieme iniziative eccezionali di sostegno al reddito, con altre capaci di rimettere in moto l’economia, agendo su più direttrici. La prima è quella di sostenere e implementare le misure economiche a sostegno di famiglie e imprese, allargandone la platea e gli importi, rendendo le somme immediatamente esigibili, sia quelle a fondo perduto che quelle di prestito garantito dallo stato: sostegno necessario per tutte quelle attività che per loro stessa natura non possono beneficiare di una graduale ripresa essendo legate in particolare ai settori della ristorazione, del turismo, della ricezione alberghiera, della cura delle persona, del cinema e dello spettacolo, e delle altre che versano in analoghe condizioni. La seconda è quella di prevedere una riapertura delle attività produttive, a partire da quelle collegate alle filiere dell’agroalimentare, della sicurezza sanitaria, delle apparecchiature elettromedicali, della componentistica e della logistica, garantendo la piena sicurezza degli operatori.
La terza è l’immediato sblocco delle opere infrastrutturali e dei cantieri che potrebbero mettere in campo risorse fino a 150 miliardi di euro sbloccando gli investimenti fermi, quelli già finanziati dall’Unione Europea e quelli che potrebbero essere attivati con le risorse della Cassa Depositi e Prestiti. La quarta è l’immediato pagamento dei crediti delle imprese vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione.
“Queste – conclude Carlomagno – sono le proposte che la Confederazione CSE sottoporrà al Governo, a tutte le forze politiche, alle Associazioni imprenditoriali e sindacali, alla società civile per affrontare insieme questa difficile fase di gestione della ripresa, in un momento in cui la pandemia è tutt’altro che sconfitta”.