Ravenna, 18 nov. (askanews) – In Italia le commissioni sui pagamenti digitali sono all’1,1%, inferiori alla media europea dell’1,2%. Lo ha sottolineato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, secondo cui in Olanda e in Svizzera le commissioni applicate sui Pos sono all’1,6%, in Germania e in Svezia all’1,5%, nel Regno Unito e in Grecia all’1,3%. Le commissioni sono inferiori alla media europea anche in Belgio (1%), in Francia (0,7%) e in Spagna (0,6%).
L’Italia però, ha spiegato il numero uno di Palazzo Altieri, è il “fanalino di coda in Europa” nell’uso degli strumenti elettronici. Nel 2018 il numero di operazioni annue pro-capite con strumenti alternativi al contante si è attestato a 111, contro una media dell’area euro più che doppia (265). In cima alla classifica europea ci sono la Finlandia con 532 operazioni, i Paesi Bassi (505), il Regno Unito (453), l’Estonia (382) e il Belgio (373).
Il ritardo italiano, ha aggiunto Patuelli in un seminario sul sistema bancario, persiste anche se sono “ampiamente diffuse le carte di pagamento e i terminali Pos”. L’Italia ha il numero più elevato di Pos nel confronto europeo, a quota 3,2 milioni, pari a oltre un terzo del totale dei Pos dell’intera area euro. Ci sono infatti 5.200 Pos ogni 100mila abitanti, contro i 2.800 Pos ogni 100mila abitanti nell’area euro.
L’Italia è anche “il paese europeo in cui è più elevato l’ammontare medio delle operazioni di pagamento fatte per terminale. L’ammontare medio in Italia è di 59 euro, mentre nell’area euro è di 42 euro. In Francia è di 41 euro, in Germania di 60 euro e in Spagna di 42 euro”.