Cina, Di Giovanni (Eni China): gas centrale per sostituire carbone

In attesa che si possa seguire anche la via dell'idrogeno

MAG 20, 2021 -

Roma, 20 mag. (askanews) – Il gas può essere la chiave per permettere alla Cina, nel suo processo di decarbonizzazione, di mantenere la capacità produttiva in attesa che le fonti di energia neutrali dal punto di vista del carbonio possano diventare percorribili. L’ha affermato oggi Gianni Di Giovanni, presidente del Cda di Eni China prendendo parte a un webinar organizzato dalla Camera di commercio italo-cinese e dalla Fondazione Italia-Cina su Europa e Cina di fronte alla sfida della decarbonizzazione.

“Il XIV Piano quinquennale pone una sfida senza precedenti, (…) che non riuscirà a vincere se non deciderà in maniera decisa di cambiarele proprie abitudini dal punto di vista della produzione energetica”, ha premesso Di Giovanni.

“In questa logica il gas è fondamentale. E’ chiaro che il paese vorrà tendenzialmente continuare a crescere e oggi la sua crescita si chiama carbone: più del 60 per cento dell’energia prodotta da questo paese per essere la fabbrica del mondo viene prodotta graqzie al carbone. L’unica possibilità quasi automatica per sostituire il carbone, che è la vera grande fonte di CO2 per la produzione energetica, è il gas”, ha segnalato il dirigente dell’Eni.

“Di gas – ha notato – ce n’è tanto nel mondo, soprattutto gli americani hanno un surplus di gas molto rilevante. Quando si parla di nemici e nuova guerra fredda, bisogna tenere conto che soprattutto per la questione dell’energia, Usa e Cina hanno bisogno l’una dell’altra”.

Anche il prezzo, in graduale discesa, può favorire questo ruolo. Il gas, ha detto, “è a buon prezzo, i prezzi stanno gradualmente scendendo, anche la pandemia ha contribuito a farli scendere e può garantire alla Cina una continuità di produttività e di economia rispetto alla creazione di valore con le proprie attività, nell’attesa che i parchi eolici, solari, le bioraffinerie, il ferro che va messo giù in questo paese per cambiare le sorti di questo paese straordinariamente attivo ma anche straordinariamento sporcaccione dal punto di vista della CO2, in qualche modo possano continuare”.

Eni China, ha detto ancora Di Giovani, sta “già fornendo il gas a moltissime realtà qua in Cina: Shenzhen, per esempio, è la nostra perla nel paese, dove siamo sostanzialmente quasi il fornitore unico, ma anche altre realtà nello Shandong, nella parte meridionale della Cina, molto più che al nord dove ancora per adesso il carbone continua a farla da padrone ed è difficile riuscire a penetrare”.

Il gas insomma può essere la fonte energetica di transizione, con la quale – ha concluso Di Giovanni – poter “aprire poi scenari nuovi che possono riguardare per esempio l’idrogeno”, per produrre il quale “ci vogliono ancora oggi molti barili di petrolio”.