Milano, 30 nov. (askanews) – “Invisibili percezioni, dialogo tra Poeti” rappresenta l’ideale ritorno del pittore e scultore salernitano Bartolomeo Gatto (1938 – 2021) a Milano, città di cui fu protagonista e animatore culturale per molti anni con la sua galleria ‘Il Cigno’ in via Manzoni. L’occasione è un invito che il poeta e scultore Marco Nereo Rotelli muove alla neonata Fondazione Bartolomeo Gatto, ospitando nel suo Studio Art Project venti opere dell’amico da poco scomparso. Lo Studio Art Projet che ospita la mostra, che si inaugura oggi, è un luogo, scriveva il critico Renato Palazzi “collocato in una vecchia zona industriale come avviene nelle grandi città europee dove l’arte esce dai centri storici per rivitalizzare le periferie. È un luogo di cultura oltre che di creazione. Si susseguono incontri con poeti, scrittori, registi”. “Le porte ora sono aperte alla pittura di Bartolomeo Gatto”, afferma Marco Nereo Rotelli. Un invito niente affatto casuale, come sottolinea il curatore della mostra Luca Cantore D’Amore: “L’inaspettato collegamento che persiste tra Bartolomeo Gatto e Marco Nereo Rotelli è la presenza della Poesia, in entrambi, come minimo comune multiplo tra le loro creazioni artistiche e opere. C’è, alla base del lavoro di entrambi, un inafferrabile che ci sfugge via tutte le volte e non si fa catturare. Protagoniste di “Invisibili percezioni”, prima retrospettiva di Gatto, sono venti opere realizzate tra il 2000 e il 2010, alcune appartenenti al ciclo pittorico delle “Pietre Amanti”, successiva alla serie i “Bambini”. Le figure arrotondate e solide su tela sono i caratteri principali di questi quadri: rappresentano le pietre dell’amata Sardegna, l’isola in cui l’artista ha passato lunghi periodi di tempo e che ha creato il suo stile personale. Bartolomeo Gatto dipinge qui paradisi di terra, masse colorate dalla luce, incantesimi che scopre dal di dentro e che afferra. Si tratta di opere in cui il blu è il colore principale, che l’artista iniziò ad utilizzare in senso così totale: le sue opere precedenti, e altrettanto famose, erano piene di rossi, di viola, di turchesi e di gialli. Alcune di queste opere “in blu”, dal forte impatto metafisico frutto della sua ricerca poetica, furono esposte con grande successo all’Istituto Italiano di Cultura di New York nel 2007. In queste tele per il curatore, Cantore D’Amore “c’è l’estate dell’anima di tutti noi. Quella in cui si custodiscono i ricordi più belli, più preziosi e più inscalfibili. Quelli immobili nella memoria, ma non inerti nel cuore. Nulla in questi macigni risulta pesante o insopportabile, perché paiono librarsi, capaci di elevarsi al cielo, perdono tutta la corpulenza e pare non siano più materia. Negli anni ’60 Bartolomeo Gatto ha frequentato l’Accademia di Brera e aperto insieme ad Adele De Santis, sua moglie e stretta collaboratrice, la galleria d’arte ‘Il Cigno’ in via Manzoni, a Milano che si è poi trasformata in un punto di incontro per molti intellettuali. Arricchiscono il percorso espositivo di Invisibili percezioni articoli e foto d’epoca che testimoniano l’intensa attività della galleria e la vita culturale della città nei decenni 1970 e 1980.
Pittura, da oggi a Milano la retrospettiva su Bartolomeo Gatto
Marco Nereo Rotelli ospita Invisibili percezioni all'Art Project