Roma, 31 dic. (askanews) – Quest’anno si brinda in rosè. Vino e spumanti rosè sempre più glamour. Sarà che abbiamo tutti un pò bisogno di una buona dose di ottimismo. Sarà che l’anno che verrà ha già avuto assegnato l’arduo compito di portar via il coronavirus, anche il brindisi allora si tinge di rosa con la spumanteria metodo classico dei viticoltori che per primi hanno sperimentato la vie en rose nella regione tra le più ricche per varietà di vitigni e per numero di cantine: la Puglia.
L’Associazione Puglia in Rosè di cui è direttrice generale Lucia Nettis, raggruppa i produttori di questa regione votata all’agricoltura e alla viticoltura che pullula di aziende annoverate tra le eccellenze del panorama enologico italiano. Da Lucera a Cellino San Marco, da Gioia del Colle a Manduria sono molte le cantine che ormai da anni si cimentano nella produzione di vini rosè e di spumanti rosè. Così, quest’anno per lasciare alle nostre spalle l’annus horribilis che sta per concludersi va di moda un brindisi rosè: lo rivela la pubblicità sempre più dinamica nel mostrare la spumanteria e le varie cantine di bollicine in “rosa”, lo si intuisce facendo un giro nei supermarket, dove le cantine che producono vini e spumanti rosè, hanno sempre più spazio tra gli scaffali.
Askanews ha intervistato Lucia Nettis per avere la percezione di questo cambio di rotta rispetto alla spumantistica in rosa, solo a qualche anno fa di fatto osservata con sospetto. “Siamo partiti certamente prima di altri in un settore che sta sempre più evolvendo – spiega Nettis – e che in Puglia vede sempre più cantine indirizzarsi verso la produzione di vini e spumanti in rosè”. Tra i produttori che da tempo si cimentano nella messa a punto di spumanti rosè senza dubbio ha un posto di rilievo lo spumante D’Araprì, metodo classico realizzato da Pinot noir, tra i migliori made in Puglia. Viene prodotto a Lucera, mentre a Manduria, i Produttori Vini Manduria hanno realizzato uno spumante rosè Brut denominato: Leggiadro. Ancora metodo classico è il Brut rosè Le Grotte, uno spumante millesimato podotto da nero di Troia, mentre la cantina di Nicola Chiaromonte a Gioia del Colle, produce da uve Primitivo lo spumante metodo classico Ancestrale.
Più in generale, il 2020 nonostante sia considerato l’annus horribilis ha portato ai vini rosati un incremento della produzione e del consumo del 22%-25%. L’Associazione Puglia in Rosè vanta tra le sue etichette alcuni dei vini più prestigiosi del made in Italy. Spiccano il rosè di Lulù Murgia della cantina Botromagno di Gravina, Agorà Rosè Valle d’Itria di Terre carsiche, e il Core Rosa Rosato Salento IGT, un bland da Sussumaniello e Primitivo, e infine il Vetrere Salento IGT Rosato Negramaro. Obiettivo dell’Associazione è ora quello di spingere i consumi en rose anche d’inverno, come avviene a New York. Molti produttori infatti, si sono resi conto che con una buona conservazione i vini rosè l’anno dopo quello della vendemmia possono avere un sapore straordinariamente più buono, e sono molti anche i viticoltori che stanno spumantizzando.