Roma, 23 mar. (askanews) – Un giornalista in declino, Augustin Flores, chiamato a rievocare per la sua rivista un delitto plurimo rimasto insoluto esattamente un anno prima. Una cittadina dell’Uruguay rurale e profondo dove nulla è come sembra e dove la pigra curiosità mette nei guai il protagonista, disvelando uno scenario di violenza e corruzione. Sono questi gli ingredienti di ‘Ormai nessuno vive più in certi luoghi’ primo episodio della saga ‘noir’ del pluripremiato autore uruguayo Pedro Pena (dei Merangoli Editrice, 2019, 132 pagine, 13 euro) che ha il suo punto di forza in un’ambientazione rarefatta, da ultima frontiera, con molti elementi tipici del road movie.
Nelle strade e nelle campagne di Rafael Alsina, la località immaginaria che i critici collocano nel distretto di Colonia, non distante dal Rio de la Plata, Flores si muove con lentezza, ricomponendo pigramente gli elementi di un delitto inspiegabile. Dal cadente albergo che lo ospita, allo squallido ufficio di polizia guidato dall’ambiguo commissario Alfaro, alla pacchiana tenuta di campagna dove avvenne il delitto, il puzzle criminale viene ricomposto da Augustin quasi con riluttanza. I suoi incontri rivelano al lettore un panorama umano degradato, raccontato sulla frontiera tra disincanto e ironia. Ma più che l’analisi dei personaggi di contorno, testimoni improbabili (un vecchio indigente e cinico, un vagabondo che parla per pochi spiccioli, una donna chiaccherata e delatrice) saranno i fili toccati involontariamente dal protagonista a innescare la dinamica che porterà alla soluzione del caso. Pedro Pena ci consegna un romanzo nello stile del ‘noir’ che darà ai lettori più di un motivo d’interesse per una declinazione originale del racconto, in un microcosmo sudamericano originale e realistico.