Roma, 3 feb. (askanews) – “Il nostro impegno quotidiano”. Questo il titolo dell’evento promosso a Roma nello Spazio “Esperienza Europa – David Sassoli” da Grande Impero, azienda operante nel settore della panificazione artigianale. Antonella Rizzato, Presidente di Glamour Food Spa Holding, organizzatrice dell’incontro ha introdotto il tema sostenendo che “Lo spreco alimentare costituisce un avvilimento della filiera alimentare” Ha citato anche il dato che “ogni anno in Italia si sprecano 67 chili di cibo a testa”. Ha sottolineato anche l’importanza della filiera citando la loro esperienza di recupero degli scarti di produzione. “Gli investimenti sulle tecnologie sono fondamentali per ridurre gli scarti,i guasti e gli sprechi per questo bisogna porre attenzione alle opportunità di finanziamenti europei”.Ha annunciato anche l’iniziativa Cucinare senza sprechi, in collaborazione con Carrefour per riutilizzare gli avanzi. Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura ha citato alcuni dati sulle abitudini degli italiani sulla spesa alimentare: “il 32% bada alla qualità, il 62% ha un acquisto “pragmatico” e il 4% guarda al prezzo”. Ha auspicato “un modello agricolo diverso con sfide per l’aumento della produzione, per la tecnologia che permette di risparmiare risorse e di interventi mirati e il contrasto dello spreco a monte, per esempio con l’istituzione di norme europee sugli standard merceologici”. Ha citato alcuni temi tra i quali quello: etico “con l’8% della popolazione mondiale denutrita e il 12% che ha troppo cibo” e quello tecnologico con “L’aumento della ‘Shelf Life’ , la durata, degli alimenti”. In collegamento video Carlo Hausmann, Direttore Generale Agrocamera ha parlato delle radici dello spreco sostenendo che “La nostra società ha gli occhi più grandi della pancia, si compra più del dovuto e si mangia troppo Emanuele Marconi, Direttore del Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione del CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria ha spiegato “l’istituto pone particolare attenzione verso la riduzione degli sprechi con uno speciale Osservatorio alla luce della Legge 166/2016 che modificava alcune norme favorendo per esempio il recupero di gran parte degli sfrisi di lavorazione con valenza nutrizionale e sicurezza sanitaria”. Chiede una modifica della normativa sull’etichettatura “per informare il consumatore più correttamente sull’effettiva data di validità dei cibi”. Ha sottolineato anche come “La cultura mediterranea consenta di azzerare gli sprechi”. Ha citato anche il caso della ristorazione collettiva dove il CREA ha esercitato il “controllo delle porzioni per evitare gli sprechi e ha giocato sul bilancio nutrizionale, con occhio al gradimento dei consumatori”. Il punto di vista dei responsabili della catena di distribuzione alimentare è stato espresso da Carlo Alberto Buttarelli, Direttore dell’Ufficio Studi e Relazioni di Filiera di Federdistribuzione: “ogni anno vengono gettati cibi per un valore di 9.2 miliardi di euro e il 43% dello spreco avviene in famiglia.” Ha spiegato come la grande distribuzione sia capillare in Italia citando l’impegno della distribuzione contro lo spreco sottolineando il “Ruolo sociale ed economico della grande distribuzione con la grandissima responsabilità e l’importanza che hanno anche nella educazione alimentare”, Ha citato il dato dell’esperimento fallito di “mettere in vendita prodotti non perfetti dal punto di vista estetico ma perfettamente validi”. Ha parlato anche della collaborazione con i produttori per un migliore porzionamento delle confezioni. Roberto Rosati, Presidente del Dipartimento Solidarietà ed Emergenze della Federazione Italiana Cuochi ha parlato della sensibilità al problema dei professionisti della ristorazione: “I cuochi possono essere fondamentali per l’educazione antispreco. La Federazione Italiana cuochi collabora nella gestione delle mense sociali grazie alla collaborazione con il Banco Alimentare e altre organizzazioni benefiche e, hanno anche altre iniziative per combattere gli sprechi come per esempio insegnare i beneficiari dei pacchi dono a utilizzare al meglio i cibi ricevuti senza sprechi”. Nel suo intervento, Rosario Trefiletti, Presidente del Centro Consumatori Italia ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento delle istituzioni, suggerendo che “alcune linee di intervento potrebbero essere organizzare iniziative e convegni sul tema, arrivare come nell’industria farmaceutica a una confezionatura antispreco e creare angoli nei supermercati dove mettere in vendita prodotti in scadenza, come per esempio in Gran Bretagna. Il dibattito è stato chiuso dall’intervento di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che, come evidenziato in una nota dei promotori, ha spiegato: “Ho grande difficoltà sul termine consumatore che considero improprio se applicato agli esseri umani. Noi non consumiamo, degustiamo, conosciamo la produzione, giudichiamo e valutiamo la qualità del prodotto. Ci siamo confrontati più volte sulla produzione di qualità per logica di salute e di impresa. L’Italia può competere non sulla quantità ma sulla qualità” Ha sottolineato che” “La qualità viene aggredita e la nostra produzione è di qualità. È un fattore culturale per esempio il pane e il vino”. “La qualità è il nemico della globalizzazione nelle sue distorsioni in termini di mercato e di concentrazione di valore nelle mani di pochi. Indurre la distribuzione a investire sulla qualità significa garantire acquisti inferiori con un valore aggiunto che resta uguale”, ha aggiunto il ministro, che a difesa della qualità suggerisce la “creazione di un sistema Italia per contrastare operazioni a forte impatto mediatico orientato”. Ribadisce anche il concetto della sovranità alimentare in difesa delle nostre cultura. “Bisogna evitare quello che è successo nelle aree deboli del mondo sommerse da prodotti a basso costo e di bassa qualità. Sugli sprechi il ministro sostiene che si possono fare alcune cose. “Partendo dall’ottima legge Gadda incentivare le donazioni. Ci sono risorse ingenti che vanno spese bene per l’acquisto di prodotti di qualità per i più deboli, scegliendo bene le filiere evitando di acquistare prodotti di scarto. Essere aiuto e garanzia per i cittadini più deboli in termini di acquisto ma non di diritti. Ha posto l’accento sul” pericolo della standardizzazione d’acquisto a basso costo. Quelli che hanno potere di acquisto continueranno a mangiare bene. Temo si possa andare verso i poveri che mangiano male e i ricchi che mangiano bene e sano”. “La scuola deve educare all’alimentazione e alla scelta utilizzando al meglio i prodotti e contrastando le imposizioni pubblicitarie e di influencer – conclude il ministro Lollobrigida – Dobbiamo informare bene e non condizionare come Sistema Italia cercando di coinvolgere tutti gli elementi della filiera produttiva”.