Genova, 28 gen. (askanews) – “La camera penale di Roma, in questa giornata, vuole partire dalla tutela degli ultimi”. Lo ha detto il presidente della Camera penale della Capitale, l’avvocato Gaetano, aprendo il suo intervento per l’inaugurazione dell’anno giudiziario in corte d’appell. “Vogliamo sottolineare davanti alle autorità come occorra intervenire non soltanto nella gestione delle carceri – cercando di fare assomigliare sempre di più a un luogo di recupero e non di degrado – ma anche e soprattutto nella fase esecutiva della pena”. Perché “il magistrato di sorveglianza – ha aggiunto Scalise – svolge una funzione delicata, alla quale negli ultimi tempi ha completamente abdicato. Sottolineiamo l’abdicazione del magistrato di sorveglianza alla presenza in carcere. I magistrati di sorveglianza non vanno più in carcere, e questo è un vulnus incredibile nell’organizzazione della giustizia. E’ di oggi un’indicazione pervenuta dal ministro Nordio: 90mila liberi sospesi. Significa che 90mila cittadini che potrebbero attraverso un percorso rapido di ripresa dei loro diritti rientrare nella società civile, si trovano sospesi in attesa che il tribunale di sorveglianza provveda sull’istanza di affidamento in prova. Mi sembra un segno di inciviltà notevole”. Non bisogna dimenticare che “nel 2022 – ha detto ancora Scalise – 84 detenuti sono stati sopraffatti dalle condizioni disumane dei luoghi di detenzione. Non possiamo tacere né minimizzare. Sentiamo sulla coscienza il peso di quelle morti e l’angoscia di chi sopporta la detenzione senza essere detenuto, ci riferiamo alla custodia cautelare: non smetteremo di impegnarci per questo, con buona pace di chi ancora oggi reputa la detenzione persino nella sua manifestazione più atroce – sospensione trattamentale ai sensi del 41bis ordinamento penitenziario – il segno della tenuta valoriale dello Stato”.
Giustizia, Camera penale Roma: partire da tutela degli ultimi
L'intervento del presidente dell'avvocato Gaetano Scalise