Covid-19, Emilia R.: da settembre 2 psicologi in ogni distretto

Specializzati per disturbi comportamento nelle case della comunità

MAR 4, 2022 -

Coronavirus Bologna, 4 mar. (askanews) – Due psicologi in ogni distretto sanitario dell’Emilia-Romagna a partire da settembre e il reclutamento in maniera stabile e progressiva di altrettanti professionisti specializzati nella cura e trattamento delle patologie e dei disturbi comportamentali in ciascuna delle 164 Case della comunità che sorgeranno entro il 2026 grazie ai fondi del Pnrr. E’ il piano di riorganizzazione e potenziamento delle strutture annunciato dalla Regione, per rispondere al crescente disagio sociale provocato da due anni di pandemia in ampie fasce della popolazione, in particolare bambini e adolescenti. Un piano in due tappe che prende le mosse dalle prime sperimentazioni avviate sull’onda dell’emergenza sanitaria e che punta ad una maggiore integrazione e qualificazione dei servizi sul territorio, dai Centri di salute mentale, ai Servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, agli sportelli di ascolto nelle scuole, fino ai consultori familiari, presenti nei 38 distretti socio-sanitari dell’Emilia-Romagna. “Continueremo a rafforzare gli organici perché di questi professionisti c’è sempre più bisogno – ha spiegato l’assessore alla Sanità, Raffaele Donini -: nell’arco dei prossimi quattro anni il nostro obiettivo è di assumere stabilmente due psicologi in ogni nuova Casa della comunità. Stiamo parlando in totale di 328 professionisti, con un investimento a regime di quasi 23 milioni di euro annui. Continuiamo a lavorare per una sanità che si prenda cura di tutti, a partire dai più fragili”. “Finalmente le nostre richieste hanno trovato riscontro; il nostro impegno è stato ripagato” ha commentato il presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, Gabriele Raimondi. “Vogliamo una psicologia che in tutti i contesti veda pienamente riconosciuta la propria autonomia come professione, valorizzando il contributo organizzativo e gestionale dei professionisti – ha aggiunto – e che a partire da questa autonomia sappia costruire reti di collaborazione con tutte le professioni sanitarie”.