Coronavirus, anestesista: manca chiarezza su cure domiciliari

"Vigile attesa andava declinata in modo più articolato"

FEB 10, 2022 -

Coronavirus Roma, 10 feb. (askanews) – “E’ indubbiamente mancato un protocollo generale e delle linee guida chiare per le cure domiciliari. La vigile attesa andava contestualizzata: chi deve esserci sottoposto? Se ho un paziente di 80 anni, la vigile attesa deve essere la stessa che per un ragazzo di 30? In anamnesi chi ha il paziente? Quando fare la vigile attesa? la vigile attesa andava declinata in modo decisamente più articolato”. Così ragiona Fausto D’Agostino, anestesista rianimatore del Campus biomedico della Capitale, ed insignito della carica di ‘Cavaliere della Repubblica’ per quanto fatto durante la prima fase della pandemia. Interviene dopo la motivazione della sentenza del Consiglio di Stato alla decisione del Tar in merito alla circolare ministeriale su vigile attesa. E pur rispettando la decisione di Palazzo Spada si chiede: “i giudici sostengono che per le terapie domiciliari precoci per curare il Covid non ci sono studi randomizzati, perchè il ministero non ha avviato autonomamente tali studi sapendo che il medico di base non ha gli strumenti per condurli da solo?”. D’Agostino poi continua: “C’è poco da fare, i medici del territorio hanno avuto paura di muoversi nell’ambito delle terapie domiciliari e la circolare non ha fatto altro che congelare un potenziale di aiuto enorme per il territorio. La querelle tra il Tar e la sentenza finale del CdS è impeccabile in punta di diritto, ma la realtà drammatica nelle città è stata un’altra e questa sentenza non mitiga di certo i dubbi di molti colleghi medici”. In uno studio dell’American Journal of Medicine di gennaio 2021, cui tra l’altro hanno contribuito diversi ricercatori italiani si descrivono protocolli e linee guida sul trattamento domiciliare del Covid19. “La circolare ministeriale ha nei fatti limitato l’approccio terapeutico del medico di base anche considerando la prospettiva di medicina difensiva che si è fatta strada in questi anni. Molti malati non hanno ricevuto cure adeguate andando ad aumentare i ricoveri ospedalieri. Se dal punto di vista delle norme igieniche la circolare è stata molto chiara, non egualmente è stata percepita da noi medici sulle cure domiciliari. Con una maggiore chiarezza molte ospedalizzazioni poteva essere evitate”.