Coronavirus Roma, 22 nov. (askanews) – Non solo dislessia, balbuzie, disfagia, disturbi dell’apprendimento e del linguaggio. Con la pandemia le richieste di un loro intervento sono schizzate alle stelle (+30%) per la riabilitazione del linguaggio dei pazienti dimessi dalle terapie intensive. Per tutta risposta i logopedisti si sono subito attrezzati, in due modi: attivando un sistema di logopedia a distanza e tele-assistenza molto efficace e varando per primi delle linee guida che sono state subito prese a modello all’estero. Ma tutto questo è avvenuto sulle spalle di una categoria drammaticamente sottodimensionata per numeri: basti pensare che nel nostro Paese ci sono circa 15 mila specialisti, 24 ogni 100 mila abitanti, contro una media europea di 40 per 100 mila. Calcolando i consueti 60 milioni di abitanti, parliamo di 10 mila professionisti mancanti. Le difficoltà per la categoria dunque sono aumentate, nonostante medici, pazienti e caregiver siano consapevoli dell’importanza cruciale di questa figura per la salute del cittadino. È la fotografia che emerge dal primo “Libro Bianco della Logopedia”, un’indagine sul modo in cui viene vissuto il ruolo del logopedista sia dalle altre professioni sanitarie sia dal management del sistema sanitario. Realizzato dalla società di ricerche demoscopiche Datanalysis, ha coinvolto 2.100 tra medici di famiglia, pediatri, geriatri, neurologi e fisiatri e 200 tra direttori generali e direttori sanitari di Asl e Aziende ospedaliere, in tutta Italia. Si attende ora di vedere come si potrà agire tramite il PNRR anche in questo settore. Il volume e l’indagine relativa sono stati presentati oggi a Roma dalla Federazione dei Logopedisti Italiani (FLI, www.fli.it). Il boom di richieste di riabilitazione logopedica, durante la crisi scatenata dal Covid-19, ha una spiegazione: “Gran parte dei pazienti che sono finiti in terapia intensiva devono riacquisire alcune capacità primarie – spiega Tiziana Rossetto, logopedista e presidente FLI -. Dopo aver trascorso anche trenta o sessanta giorni in rianimazione, infatti, è necessario per molti, soprattutto se adulti o anziani, seguire un preciso percorso di riabilitazione per ricominciare a parlare, a deglutire o a mangiare correttamente. L’intubazione prolungata, per esempio, ha conseguenze sia sulla fonazione che sulla deglutizione, due specifici campi di competenza del logopedista”.
Covid, è boom richieste di intervento per i logopedisti (+30%)
Ma in Italia ne mancano 10 mila rispetto alla media europea