Fondazione Barilla: solo 1 azienda su 10 promuove dieta sana

Report Fixing the business of food per promuovere dieta sostenibile

SET 16, 2021 -

Alimentare Roma, 16 set. (askanews) – I sistemi alimentari odierni non sono sostenibili: circa il 40% della popolazione mondiale non può permettersi di seguire una dieta sana ed equilibrata. Secondo il nuovo rapporto “Fixing the Business of Food” di Fondazione Barilla, in collaborazione con il Columbia Center on Sustainable Investment (CCSI), il Sustainable Development Solutions Network (SDSN) e il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena (SCL), solo il 10% (una su 10) delle più grandi aziende del Food & Beverage è impegnata a promuovere la diffusione di modelli alimentari sani e sostenibili attraverso la commercializzazione dei propri prodotti, mentre nessuna delle realtà esaminate ha fissato e pubblicato obiettivi legati alla gestione sostenibile della catena di approvvigionamento o alla protezione dei diritti su terra e acqua. Lo studio analizza i rapporti di sostenibilità di 100 aziende del settore agroalimentare nel mondo per investigare quanto siano allineate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: oltre il 90% monitora le emissioni di gas serra, ma solo il 22% ha fissato nelle proprie strategie di sostenibilità un obiettivo di riduzione delle proprie emissioni. Soltanto il 5% del campione esaminato ha fissato target strategici per la gestione sostenibile della catena di approvvigionamento, mentre nessuna azienda ha definito obiettivi relativi alla protezione dei diritti su terra e acqua. “A livello globale i nostri sistemi alimentari non sono sostenibili e non è assicurata un’adeguata alimentazione a tutti gli abitanti del Pianeta – ha sottolineato Guido Barilla, presidente del Gruppo Barilla e della Fondazione Barilla – Allo stesso tempo, i cambiamenti climatici mettono a rischio il futuro dell’agricoltura. È arrivato il momento di ripensare il sistema, per poterlo ricostruire e renderlo migliore. Per riuscirci è necessario ripensare le agende dell’industria alimentare e della finanza e sostenere il settore agroalimentare affinché esso sia di nuovo protagonista del cambiamento e possa imprimere un impatto positivo sull’ecosistema e sull’intera società. Il cibo è un bene comune che sta al cuore della nostra società, della nostra cultura, della nostra vita”.