L’impegno dell’Ordine di Malta: le fedi possono abbattere i muri

Interventi in campo umanitario da Betlemme alla Piana di Mosul

SET 14, 2021 -

G20 Interfaith Bologna, 14 set. (askanews) – Per motivi religiosi durante i secoli ci si è divisi. E ancora oggi, purtroppo, si litiga. Movimenti, gruppi e leader di popoli ispirati dalla fede combattono battaglie infinite e spargono sangue in troppi paesi del mondo. Ma c’è anche chi, instancabilmente, porta avanti progetti e ogni giorno dimostra che “abbattere le barriere tra le religioni” non è un’utopia. C’è, per esempio, un ospedale cattolico a Betlemme dove ogni anno nascono 4.500 bambini al 95% di famiglie musulmane; qui il personale sanitario è al 50% musulmano, al 30% ortodosso e al 20% cattolico. Qui “prevale la solidarietà umana, la compassione e il desiderio di essere vicini agli altri”. Lo racconta in Libia Antonio Zanardi Landi, ambasciatore dell’Ordine di Malta presso la Santa Sede, che elenca uno ad uno gli interventi avviati nei paesi dove a causa delle differenze di cultura e di religione si rischia la vita. “E’ un segno di buona volontà, una mano tesa sia in campo ecumenico nei confronti degli ortodossi sia in campo del dialogo interreligioso con la maggioranza musulmana che vive a Betlemme”. Gesti concreti, tangibili, portati avanti grazie a numerosi finanziamenti. Col contributo del governo tedesco, ad esempio, si sta tentando di favorire il ritorno nella piana di Mosul dei cristiani iracheni – di Ninive – fuggiti a centinaia di migliaia nell’estate del 2014 a causa dell’avanzata dell’Isis. In Libano altri finanziamenti e altri interventi di assistenza ai profughi. “Prevale la solidarietà umana, la compassione e il desiderio di essere vicini agli altri. E credo che questo sia il messaggio veramente bello che l’Ordine di Malta cerca di portare al mondo” spiega Zanardi Landi, intervenuto al G20 Interfhaid Forum a Bologna dove si sono dati appuntamento rappresentanti di ogni religione e di differenti culture. Il ruolo delle organizzazioni religiose nel mondo è stato analizzato anche in un recente studio dal quale è emerso che le attività garantite dalle religioni in campo umanitario è quasi il doppio di quelle realizzate dalle organizzazioni laiche. L’Ordine di Malta opera in numerosissimi settori: dall’assistenza ai migranti alla salute, dalla cura ai bambini alla maternità, per non parlare dei progetti messi in campo durante l’emergenza Covid-19. “Si sa che le organizzazioni religiose arrivano per prime e partono per ultime, specialmente nelle zone ad alta conflittualità o in occasione di eventi calamitosi” ci tiene a precisare Stefano Ronca, ambasciatore dell’Ordine di Malta presso l’Italia, l’Ordine religioso laicale della Chiesa cattolica che opera in 130 paesi ed è sostenuto da una rete diplomatica che affianca l’attività umanitaria con 110 ambasciate presso altrettanti Paesi. “Fino a qualche anno fa non si considerava che le religioni fossero un tema di politica estera – continua -. Se ne è cominciato a parlare molto dopo l’attacco delle Torri Gemelle, l’11 settembre, ma solo in un senso negativo, come se fosse solo un problema, come causa di problemi. Più di recente si è capito finalmente che le religioni possono avere uno straordinario ruolo di peacekeeping e nel lenire le sofferenze provocate dai conflitti”. Le istituzioni religiose, nei secoli, hanno mostrato di avere un valore aggiunto rispetto alle altre organizzazioni umanitarie: “Sono a-politiche, non hanno un agenda politica – conclude Ronca – e svolgono un’attività umanitaria che crea una grande credibilità nella zona” in cui operano. (Paolo Tomassone)