Roma Roma, 13 set. (askanews) – Uno stalking incessante a sfondo razziale che va avanti da tempo, a colpi di biglietti scritti a mano incollati alla porta di casa con insulti e minacce, presumibilmente da parte di un vicino o una vicina. Poi una svolta più sinistra, che potrebbe accendere i riflettori su un’azione organizzata di propaganda politica a sfondo razziale, innescata dalla vicina scadenza elettorale. Un giovane lavoratore di origine bengalese e di religione islamica, con regolare permesso di soggiorno, ha infatti ritrovato sullo zerbino del suo appartamento in un palazzo romano, un volantino stampato con il titolo “Italia libera dall’Islam” che propone al lettore, fin dall’incipit “fermiamo l’espansione islamica! Abbattiamo i veli dell’ignoranza”. Il volantino, impaginato e a colori, riporta una serie di immagini di bambine e donne in costume, dal parrucchiere, di ragazze e ragazzi di diverse nazionalità abbracciati e in attività conviviali, affiancate da foto di donne in abiti tradizionali, velate, con in calce la riproduzione strumentale di un messaggio di supporto di una associazione internazionale a tutela dei diritti umani a difesa di un giovane incarcerato e condannato a impiccagione per il suo amore per la musica. Il testo che lo accompagna denuncia una presunta “strategia di espansione dell’Islam nei Paesi liberi tramite il pionierismo” e incita i lettori a “bannare l’Islam in Italia” in nome di un’ “Italia libera”, “tradizionalista, orgogliosa della propria identità”. Il giovane, assistito dall’avvocata Paola Bevere, ha presentato alla stazione dei Carabinieri Tuscolana una denuncia/querela per l’individuazione del o della responsabile dell’azione di stalking che, in un’escalation di minacce ha dapprima accusato il giovane di “puzzargli” l’appartamento “con la vostra cucina bangla”, passando poi a insulti personali e minacce culminate in messaggi in cui si affermava che “l’Italia non sarà mai islamica. Le nostre belle donne sono libere”, e nella produzione del materiale stampato a sfondo politico. “Insieme alla querela per stalking a sfondo razziale abbiamo presentato una denuncia per ‘Delitto di propaganda per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa ex art. 604 bis c.p.’ perché – spiega l’avvocata Bevere – da un’apparente lite tra condomini sfociata in atti persecutori a sfondo razziale, gli inquirenti appurino se sia al lavoro un movimento no islam, probabilmente legato alle prossime elezioni, che utilizza immagini più o meno folcloristiche di donne islamiche in modo da offendere la religione islamica configurando, per quanto ci appare, il reato di istigazione a delinquere con propaganda fondata sull’odio razziale. La locandina desta la preoccupazione che questa azione di intolleranza non sia opera di un singolo condomino, ma dietro ci possa essere un movimento organizzato”, sottolinea. Ora l’azione passa agli inquirenti per l’accertamento dei fatti.
Roma, minacciato da un vicino, ipotesi su movimento anti-islam
Dopo mesi di stalking compare volantino di "Italia libera"