Roma, 9 apr. (askanews) – L’agricoltura italiana trema, di freddo e di paura, di fronte alla lunga ondata di gelo che ha interessato soprattutto il Centro-Nord. Temperature che hanno raggiunto, nelle notti tra il 6-7 e il 7-8 aprile, i -9 gradi in alcune zone del Veneto e -7 in Toscana, Emilia Romagna e Trentino. Ma danni si sono registrati anche in Sardegna e Puglia. In attesa di avere, già all’inizio della prossima settimana, una prima conta dei danni, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte sono già pronte a chiedere dei fondi in deroga per potere indennizzare gli agricoltori.
La richiesta verrà formalizzata al Mipaaf non appena saranno quantificati i danni. Oggi pomeriggio si riunirà la Giunta di Confagricoltura e, anche se “è presto per formulare una valutazione accurata sull’ammontare dei danni provocati dalle eccezionali gelate”, da quanto emerso finora “l’impatto è sicuramente pesante’ e il presidente dell’associazione, Massimiliano Giansanti, prevede che “con tutta probabilità sarà necessario un intervento straordinario da parte delle Istituzioni pubbliche, senza escludere un’iniziativa in ambito europeo visto che le gelate hanno colpito altri Stati membri”.
Un’altro colpo per le aziende agricole, già colpite dalla crisi economica derivante dalla pandemia da Covid 19, che ora vedono a rischio il lavoro dell’intero anno. Con conseguenti impatti sul prezzo della materia prima nella grande distribuzione e, quindi, sul consumatore finale, che troverà meno frutta e verdura e a prezzi più alti. Anche perché le ondate di gelo non hanno risparmiato neanche altri paesi europei produttori. Ecco la mappa dei danni, regione per regione.
EMILIA ROMAGNA: falcidiata la raccolta di ortofrutta in Emilia Romagna, secondo le prime stime di Confagricoltura Emilia Romagna per Ciliegie, duroni e amarene: non si prevede di raccogliere un frutto. Per Albicocche, susine, pesche e nettarine ci si aspetta fino all’80% in meno di prodotto; danni anche nel kiwi e si cachi. Le pere risparmiate dal gelo nel 2020, si preparano a una pesante perdita che non grazia nessuna delle varietà: gli ovari dei fiori sono danneggiati fino al 80-90%. La diagnosi è negativa anche nel comparto mele: il raccolto dell’anno crolla al minimo storico.
Proprio in Emilia Romagna già lo scorso anno le gelate di marzo avevano avuto un effetto disastroso, con una perdita quali-quantitativa di 400 milioni di euro e quest’anno si prevedono danni ancora maggiori. Sul territorio incidono più di 9.000 aziende su una superficie coltivata di circa 48.000 ettari. “Servono subito ristori per le imprese falcidiate dall’ondata di gelo, in linea con le richieste formulate al Governo dall’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi e senza escludere l’esigenza di un intervento in ambito europeo”, ha chiesto il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini.
Per quanto riguarda il vino in Emilia Romagna, anche se al momento è impossibile quantificare i danni, “sulle varietà precoci è un disastro accertato e riguarda tutto il territorio regionale”, spiega il presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Emilia Romagna, Mirco Gianaroli. E l’allarme è alto anche per il Consorzio del Lambrusco: secondo il presidente Claudio Biondi si potrebbe arrivare a un danno che riguarderebbe l’80% della produzione e le zone più colpite sono quelle del Grasparossa, con le varietà più precoci.
PIEMONTE: in Piemonte le gelate hanno colpito soprattutto le piante da frutto, le orticole e le viti e l’assessore all’Agricolture Marco Protopapa ha già annunciato che la regione chiederà lo stato di calamità naturale. Nell’alessandrino, spiega la Confagricoltura locale, che ha inviato i tecnici sul posto per la conta dei danni, si segnalano danni alla frutta in fiore, prevalentemente sugli impianti di pesco e albicocco, ma anche pere e mele. Meno evidenti i danni sugli impianti di nocciole e sulle barbabietole da zucchero.
Nel Cuneese, invece, durata e intensità delle gelate hanno provocato seri danni su albicocche, pesche, nettarine e susine stimabili in perdite dal 50 al 70 per cento delle produzioni, a seconda degli areali colpiti. Preoccupante soprattutto la situazione dei kiwi nel Saluzzese e Michele Ponso, neo presidente nazionale della FNP Frutticoltura di Confagricoltura, prevede “un’annata frutticola in salita” e una ripercussione sui prezzi sui banchi del mercato, visto che ondate di gelo anche più forti hanno interessato anche altri paesi produttori europei come la Francia.
Per quanto riguarda la produzione di Barolo e Barbaresco, due dei grandi vini simbolo del Piemonte, il Consorzio spiega che i danni da gelo sono al momento contenuti e che, alla luce di primi sopralluoghi effettuati, “non ci sono elementi per creare allarmismi che possano far presagire delle drastiche riduzioni sulla produzione dell’annata, che è appena iniziata’.
VENETO: in Veneto, dove le temperature notturne hanno raggiunto punte di -9 in alcune zone sono ciliegi e kiwi a fare maggiormente le spese, ma anche viti, fragole, pesche, albicocche, mele e pere. I danni più gravi in provincia di Verona, dove si parla già di un disastro pari a quello del 2017. Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, spiega che la produzione più colpita è quella delle mele da Palù a Zevio, da Legnago fino a Bevilacqua. Abbiamo anche segnalazioni di vitigni danneggiati, in particolare l’uva bianca precoce come lo Chardonnay.
Nel Padovano, spiega Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, ci sono danni su vite, patate e cipolle. A Conselve gravi danni sulle uve precoci Glera da Prosecco, con i germogli accartocciati. Nell’Alta padovana i danni sono soprattutto ai kiwi. A Pernumia, San Pietro e Monselice colpite fragole, pesche e pere. “Ci auguriamo che venga decretato lo stato di calamità e che arrivino sostegni, perché altrimenti le aziende saranno in ginocchio”, spiega. Nel trevigiano le perdite maggiori sono per i kiwi, con picchi di perdite fino al cento per cento nella fascia pedemontana da Montebelluna a Nervesa e Volpago. Nella stessa zona danni anche agli asparagi. Ad Asolo grandi danni alle ciliegie, alle albicocche e ai melograni. Meno problemi per la vite, perché è in una fase fenologica ancora arretrata e nell’area del Valdobbiadene nessun danno sostanziale all’uva Glera.
TRENTINO: in Trentino le colture più colpite sono il ciliegio ed il melo. I tecnici della Fondazione Edmund Mach spiegano che la gelata è durata 13 ore, una tempisticha simile a quelle del 1997 e 2017. La differenza è rappresentata dalla diversa fase fenologica che potrebbe in alcune zone tardive aver limitato i danni.
LOMBARDIA: in Lombardia la situazione ha colpito particolarmente il settore ortofrutticolo mantovano e soprattutto i cereali autunnovernini, come frumento e orzo, con le piante in fase di spigatura e dunque danneggiate dal freddo in un momento che potrebbe pregiudicarne il completo sviluppo. Danni anche su meloni e angurie e sui pomodori. Problemi anche con gli alberi da frutto, con i ciliegi della zona di Ceresara, già in fiore la settimana scorsa, danneggiati dal gelo notturno, oltre a peri e meli, già in fioritura nella Bassa mantovana. Campanello d’allarme anche per le barbabietole:
TOSCANA: in Toscana gli agricoltori chiedono che la regione riconosca l’evento calamitoso eccezionale e tutte le misure consequenziali e che si avvii l’iter per chiedere lo stato di calamità. Le temperature hanno toccato i -7 gradi: il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, spiega che ad Arezzo è andata persa tutta la produzione frutticola nel resto della Toscana susini e peschi registrano danni ingentissimi. Per gli ortaggi faremo una stima nei prossimi giorni, le premesse sono pessime”. Per il presidente della sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana, Antonio Tonioni, “la situazione è catastrofica, la produzione riprenderà solo nel 2022. Molte aziende sono a rischio chiusura e migliaia di stagionali resteranno senza lavoro. Questa annata non produrrà reddito”.
SARDEGNA: danni da gelo a macchia di leopardo anche in Sardegna, dove la maggiore preoccupazione riguarda i vigneti ma in pericolo ci sono anche ortaggi e frutta. Secondo Coldiretti Sardegna le prossime ore saranno decisive per capire il livello del danno.
PUGLIA: in Puglia il gelo ha bruciato oltre il 50% della produzione di frutta e verdura, distruggendo il raccolto di ciliegie nel barese, dove sono andati in fumo 3 fiori su 4. Secondo Coldiretti Puglia le gelate hanno colpito l’intera regione, dalle province di Bari e BAT a Foggia fino all’agro di Brindisi, per cui sono state attivate le procedure per la dichiarazione urgente di stato di calamità naturale. Si contano i danni a Conversano e a Gioia del Colle sulle varietà precoci di ciliegie, le Bigarreau, nella BAT a Barletta e Canosa sugli alberi da frutto come peschi, albicocchi e viti, in provincia di Foggia a Lucera, Biccari, Volturino, San Severo, Torremaggiore, Foggia, Orta Nova e Deliceto il bilancio parla del 100% di danno per i vigneti a spalliera, del 50% sotto i tendoni e una perdita del 50% sui frutteti, oltre alla compromissione degli ortaggi e dei grani precoci. Stesso scenario in provincia di Brindisi dove i vigneti hanno subito uno straordinario shock termico e risultano bruciati dal gelo.