Roma, 9 mar. (askanews) – “Proclamare ufficialmente Roma come ‘città per la vita’ e ad inserire questo principio generale nello Statuto di Roma Capitale”. Lo chiede una mozione, che arriva oggi all’attenzione dell’Assemblea Capitolina, a prima firma della presidente di Fdi Giorgia Meloni, dei consiglieri capitolini Andrea De Priamo, Francesco Figliomeni, Lavinia Mennuni, e sostenuta dalla Lega con il capogruppo Maurizio Politi e dalla lista civica per Giorgia rappresentata da Rachele Mussolini. Il dispositivo, centrato sulle richieste della controverse richieste dell’associazione antiabortista, prevede, tra l’altro, che si predisponga “in sede di bilancio, un piano organico che rimetta al centro delle politiche capitoline la famiglia e la natalità; a partire dalla leva fiscale, con l’introduzione del quoziente famigliare”. Si chiede, in linea con le attività dell’associazione, di prevedere, sempre in sede di bilancio, “le risorse necessarie per sostenere i progetti di aiuto alla vita nascente attivati sul territorio capitolino da associazioni e organizzazioni, quali ad esempio i Centri di aiuto alla vita”; ad istituire un assessorato alla Famiglia, “per poter così coordinare al meglio tutte le iniziative messe in campo per le politiche famigliari dell’ente”; di istituire “in forma ufficiale e celebrare la Festa della Famiglia e la Festa della Vita, stimolando il coinvolgimento di tutte le realtà che operano sul territorio”; come anche di “favorire e stimolare la collaborazione tra l’amministrazione capitolina, le associazioni suddette, i consultori e le strutture socio-sanitarie interessate per accrescere il sostegno concreto alla natalità e alla maternità”. Stando alla mozione-fotocopia, già presentata in altre amministrazioni comunali nazionali, il Comune dovrebbe “favorire e stimolare la collaborazione fra l’Amministrazione comunale e tutte le realtà educative presenti sul territorio per la promozione e la diffusione di materiale informativo su temi e valori quali il sostegno alla vita e alla famiglia, attraverso anche l’organizzazione di convegni, dibattiti, eventi”; inoltre mettere in atto “campagne di informazione sul tema delle cure prenatali e sulle misure di aiuto. e supporto previste nel territorio; ampliare le misure di sostegno alle famiglie con figli disabili o affetti da gravi patologie; promuovere un’opera d’informazione sulla tutela della maternità, con particolare attenzione ai diritti previsti in ambito lavorativo”, e, infine “mettere in atto campagne di informazione sulla possibilità previste dalla legge di partorire in anonimato”.